La nascita del “muro” il muro lungometraggio
La nascita della produzione del film “The Wall” deriva dal senso di disorientamento della band, che a metà degli anni ’70, raggiunge il culmine del successo. Una notorietà viziata dal “circolo” in cui cadono tutti i grandi gruppi dell’epoca. Tutto ciò non deriva dall’apprezzamento della loro produzione musicale, ma semplicemente dal disagio provocato dal loro successo. Diventandone al tempo stesso dipendenti (in modo particolare il bassista Roger Waters). Il lungometraggio è una trasposizione di come l’anima della loro musica sia macchiata da questo senso di “scompostezza” nei confronti del pubblico. E’ quel “muro” mentale, costruito dal protagonista Pink, che protegge dai problemi, dai disagi, dalla sua insicurezza verso il mondo e le persone. il muro lungometraggio
Struttura e simbolismi
L’inizio del film ci fa vedere ciò che sta all’esterno dall’appartamento del nostro protagonista. Il condominio è caratterizzato da uno sfondo bianco e piatto. La prima parte del film è l’autobiografia dello sceneggiatore Roger Waters. Suo padre Eric fu un severo maestro elementare e morì prematuramente nello Sbarco di Anzio (Italia 1944) durante la seconda guerra mondiale, quando lui era un bimbo di soli cinque mesi.La seconda parte del film è dedicata al chitarrista Syd Barrett, fondatore della band. Che abbandonò i Pink Floyd agli inizi degli anni settanta, con gravi problemi di schizofrenia, spesso aumentati dall’uso eccessivo di LSD. il muro lungometraggio
Innovazioni e abbandoni
Inizialmente, furono in quattro a iniziare la messa in opera del progetto: oltre a Waters, il disegnatore Gerald Scarfe, il regista Michael Seresin e il produttore Alan Parker. Dopo poco tempo, la regia passò a quest’ultimo il quale impose subito una nuova visione di lavoro: tinte forti, immagini crude, stile diretto ed evocativo. Waters, abbandonò il ruolo principale e incapace di poter seguire personalmente la regia. abbandona così per un mese di vacanze forzate le riprese. Lasciando il regista a capo del lavoro. il muro lungometraggio
Sintonia tra immagine e musica
Parker accantona così l’idea di utilizzare riprese dal vivo durante i concerti del tour di The Wall. Decide di sfruttare i pupazzi animati di Scarfe, il quale collaborerà con i disegni animati di molte sequenze del film. Le stesse che venivano anche proiettate sul muro.Il film comprende tutte le canzoni di The Wall (alcune delle quali ri-registrate), tranne Hey You e The Show Must Go On. Nel film è stata aggiunta la canzone What Shall We Do Now?, che non appare nell’LP di The Wall. Il film si descrive in un turbinio di sensazioni e allucinazioni psichedeliche: una sceneggiatura descritta rigo per rigo secondo il “male” di Waters. il muro lungometraggio
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