“My Songs 2.0”Sting nuovo album recensione
Sting era tornato con una discografia che raccoglieva i brani più importanti: “My Songs” contava di 19 brani, di cui 14 in nuove versioni di studio, e 5 dal vivo. Di queste, 10 dal catalogo dei Police (che nel frattempo vedono la loro discografia ripubblicata e rimasterizzata), e 9 da quello solista. “My Songs (live)” è, fin dal titolo, la seconda puntata di quel progetto: altri 11 brani, dal Vivo. “Fragile” è l’unica canzone presente in versione live in entrambi i dischi.Sting nuovo album recensione
La semplicità è la chiave
La seconda pubblicazione risulta essere più “semplice”: “My Songs” aveva molte canzoni che erano state reincise, altre con sovraincisioni, con un effetto che ha confuso alcuni fan. “My Songs (Live)” semplicemente documenta l’ultimo tour, passato più volte dall’Italia anche nel 2019. Il risultato della nuova pubblicazione è decisamente molto meno “costruito”: versioni per lo più fedeli, con una band rodata guidata dai due chitarrista Miller: Dominic, padre e collaboratore di lunga data, e Rufus, il figlio. La voce di Sting è impeccabile, e le interpretazioni senza sbavature.
Manca ancora qualcosa…
Avevamo ascoltato “My Songs” un po’ stizziti, un riadattamento sonoro che non aveva convinto la maggior parte dei fan: riadattare con un modus operandi più contemporaneo le vecchie canzoni dei Police, aveva dato un effetto “lifting” poco convincente. “My songs live” è un album che fa il suo dovere, raccoglie gli ultimi live e non mette niente di più. Nella tracklist scelta per questo album live non compaiono però i pezzi più importanti: a versione dal vivo di “King of pain” qua presente non ha la coda su “Roxanne”; mancano “Walking on the moon”, e manca la citazione di Marley su “So lonely”. Mancano “Every Little Thing She Does Is Magic”, “If you love somebody (Set Them Free)” e pure “Russians”.