venerdì, Novembre 22, 2024

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Paul McCartney, uno scandalo tutto italiano: l’imbarazzante mossa dell’industria musicale italiana

“La giusta irregolarità”Voucher McCartney scandalo

Siamo certi che Paul McCartney risponderà all’appello di Gianna Nannini riguardo alla questione voucher. Nel frattempo è doloroso, tanto quanto imbarazzante, segnalare la situazione che ha portato l’industria italiana musicale e quella internazionale a prendere una scelta di dubbio gusto. L’intervista fatta su Radio Radicale al parlamentare del Movimento 5 Stella ha chiarito la situazione: Voucher McCartney scandalo

“Considero il voucher qualcosa di emergenziale che andava bene in quel momento, ma guardando il contesto generale e non solo il concerto di Paul McCartney è un problema, perché capisco che ci sia anche un diritto del cliente a essere rimborsato. La commissione europea ha attenzionato l’Italia perché al cliente non è stato accordato il diritti di scelta tra rimborso e voucher. Abbiamo fatto un emendamento. Ieri il ministro Franceschini ha fatto un’apertura al parlamento che modificherà quella norma, che è stata fatta in un momento di emergenza massima. Credo che lavoreremo sulla possibilità di arrivare a rimborsare su scelta: io ho presentato un emendamento che rappresenta il principio del rimborso che non c’era. Si lavorerà in Parlamento per trovare una soluzione ottimale sia per l’organizzatore che per il cliente”.

Decreto rilancio: fondi e rientro spese

“Ho fortemente criticato. gli organizzatori sul secondary, ma in questo caso la colpa non è di nessuno: lo stato. ha aiutato tantissimi settori, e il settore della musica live è uno di quei settori ancora oggi fortemente colpito. Molti lavoratori hanno dei contratti particolari che non sono rientrati. negli aiuti che lo stato ha dato. Questo è un problema che vogliamo affrontare, l’emendamento presentato insieme al collega Gianluca Vacca ha aperto il principio del rimborso, ora la battaglia si. sposta in commissione quando si discuterà il decreto Rilancio, per cercare di migliorarla ancora e dare la possibilità agli organizzatori di avere un fondo che gli permetta di rientrare delle spese, e ai fan – volendo – di essere rimborsati”.

Detto che la soluzione evocata ieri pomeriggio dal Ministro Dario Franceschini appare accettabile – un emendamento che fornisca l’interpretazione più vantaggiosa, per gli acquirenti dei biglietti, della generica formulazione del Decreto Cura Italia del 24 aprile (“la controprestazione già ricevuta può essere restituita mediante un voucher di pari importo valido per un anno dall’emissione”) – non si può non osservare che anziché attendere più di un mese e mezzo il ministero avrebbe potuto fare chiarezza con più tempestività (“è evidente che la ratio della norma è che il voucher valga solo per un concerto dello stesso artista, e che se questo non si terrà lo spettatore avrà diritto al rimborso”: questo non lo si poteva scrivere già nel Decreto Cura Italia?).

 

 

Voucher McCartney scandalo

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