In questi giorni abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con la cantautrice Mille in occasione del suo tour invernale nei club che arriverà con diverse date anche in Sicilia.
Un’artista completa che nella vita ha collezionato tante esperienze nel settore artistico. Ironica e istrionica scrive dei testi che parlano di sentimenti, di donne, di libertà. Le piace definire le sue canzoni come polaroid che creano ponti per fuggire dalle ansie quotidiane. cantautrice mille
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Le date in Sicilia del tour 2023 cantautrice mille
02.11 Palermo al Mind House
03.11 Barcellona (ME) al Perditempo
04.11 Messina al Retronouveau
05.11 Catania al Mono cantautrice mille
Iniziamo col parlare del tuo primo EP Quanti me ne dai, di cosa parla? perché leggendo il titolo viene in mente il riferimento all’età, è così? cantautrice mille
Sì è un riferimento all’età ma anche a qualsiasi cosa che si riferisca alla quantità quanti me ne dai di anni, di like, di soldi, di amori. Il concetto di qualità contro quantità e specialmente in questo momento storico in cui spesso si pensa che la quantità sia un merito, una dote, un qualcosa di super positivo ma spesso di trascura la qualità.
Il tema dell’età mi è caro perché spesso viene considerata una sorta di caratteristica quando è semplicemente un numero. Ad esempio un medico molto giovane desta a volte l’interrogativo “chissà se è bono” oppure una donna che supera i 50 spesso è considerata vecchia, sia in un senso che in un altro questo tema dell’età mi preme perché è anche legato alle possibilità. Io ho 39 anni, tante persone della mia età, spesso, mi raccontano della frustrazione legata a determinate cose che dovrebbero fare perché sono arrivate a una certa età, c’è della frustrazione perché ad esempio non mi sono comprati casa.
È come se esistessero delle regole antiquate non scritte che spesso gravano sulle nostre spalle, delle regole che qualcuno ha imposto, chi non si sa, ma esistono, e a un certo punto arrivi a dire “ma forse in base all’età che ho non posso fare determinate cose” ma non è mai così. Se arrivi a trent’anni e non ti sei ancora sposato e non ti vuoi sposare non è un problema o se vuoi cambiare lavoro in generale, qualsiasi scelta non dovrebbe mai essere collegata all’età che hai ma dovrebbe essere legata al numero di esperienze che hai fatto.
Questo discorso mi fa pensare che nel contesto musicale discografico l’età è molto considerata, si inizia la carriera sempre prima anche a 15 o 16 anni. Come vivi questo percorso considerando che tu l’hai iniziato un po’ dopo?
Non mi pongo questo problema anzi, l’esperienza che ho accumulato nel tempo mi ha portato adesso a fare totalmente quello che mi piace in totale libertà. Vedere altri musicisti che intraprendono da giovanissimi un percorso discografico artistico lo vedo come un dato di fatto, poi generalmente io non mi pongo tanti limiti. Non mi faccio mai – passami il termine -” fregare” le cose che io non posso controllare e quindi ben vengano le persone che vogliono intraprendere questo percorso lavorativo indipendentemente dall’età che hanno. cantautrice mille
Qualcuno che può considerare magari l’età molto giovane credo sia il reparto degli addetti ai lavori, non credo che il pubblico abbia preferenze rispetto all’età, non credo che si ponga la domanda “chissà quanti anni ha tizio”. Penso però che l’età molto molto giovane è una cosa che può fare notizia, fa notizia che è un ragazzo o una ragazza inizia la carriera artistica a 16 anni.
Anche perché in questi anni il fatto che tu abbia iniziato la tua carriera discografica qualche anno dopo è il frutto della tua preparazione artistica a 360°, ad esempio, nella moda o nell’illustrazione. Come si è evoluta la tua persona in relazione a questi cambiamenti artistici?
Ho sempre pensato che la musica fosse un grande contenitore di cose quindi da sempre ho cercato di orbitare a 360° attorno a lei in tanti ruoli. Ho lavorato al teatro, illustro da sempre e adesso con un fine ben preciso perché i disegni dei tarocchi li realizzo io, così come le stampe dei foulard del mio merchandising. Metto sempre tanti mondi diversi dentro quello che faccio e quindi credo anche che poi conoscere queste cose sia un valore aggiunto. cantautrice mille
Banalmente parlando, è sempre più difficile commissionare determinate cose perché, per come l’ho vissuta io, la questione che sta intorno alla musica Quando immagino una copertina ce l’ho già bene in mente. Molto spesso è più difficile comunicare la tua idea rispetto a farla, poi ci sono le persone che ti possono aiutare. Ad esempio, lo stampatore dei foulard mi ha dato delle dritte su come realizzare le stampe perché lui lavora con i grandi brand. Mi piace contornarmi anche di persone che sanno fare le cose, però, eppure vero che se non metto io la mia testa, la mia creatività a disposizione delle idee, rimane poi difficile staccare quello che c’è in mente con una cosa che magari è bella ma non è l’idea che avevo io.
Considerando questo tuo pensiero vorrei sapere come hai fatto in passato nel periodo in cui suonavi con una band.
In quel contesto io scrivevo in solitaria le canzoni, le scrivevo in toto io. Paradossalmente adesso scrivo insieme al batterista proprio perché il nostro rapporto lavorativo e personale si è evoluto nel tempo, ci conosciamo da 16 anni. In quel caso sono io che scrivevo i testi e la musica, poi le portavo in sala e li arrangiavamo insieme. In inglese era una cosa possibile, utilizzavo questa lingua come una copertina di Linus per non essere totalmente diretta per non comunicare chiaramente le parti super profonde di me stessa.
Nel momento in cui ho iniziato a scrivere in italiano non è stato più possibile, non potevo più dividere in tre determinate emozioni. Era molto più diretto il messaggio che usciva dalla mia bocca quando cantavo, e quind,i per raccontare delle cose super personali rappresentando però più persone, diventava un qualcosa di particolare che strideva. Quindi per forza di cose nel momento in cui ho iniziato a scrivere le canzoni in italiano è stato fisiologico ammettere che era nato un nuovo progetto che doveva necessariamente essere da solista
Parlando invece di quelli che sono stati i tuoi successi di questi anni: nel 2021 partecipi a Musicultura vincendoil premio della critica, nel 2022 vinci il contest che ti ha permesso di suonare il concertone del 1 maggio. Nello stesso anno hai aperto anche i concerti di Carmen Consoli e Max Gazzè, queste tre esperienze come ti hanno fatto crescere da un punto di vista artistico?
Sicuramente tantissimo anche perché hanno coinciso con un momento particolare per me e per tutti dato che il 2021 era ancora periodo di pandemia. Per me Musicultura è stata la prima occasione per suonare fuori di casa e suonare con questo progetto, seppur con una capienza ridotta. Non era ancora tutto tornato alla normalità, però devo dire che è stato quel primo passo di realizzazione che tutto stava succedendo davvero, perché per me suonare significa suonare dal vivo, le pubblicazione dei brani non hanno senso per me se poi non c’è un’occasione per andare a suonare dal vivo le canzoni che scrivo.
Il premio a Musicultura è stato per me un incoraggiamento, un riconoscimento che il mondo esterno mi stava dando. Mi stava dicendo “stai andando bene, continua così” anche se io ero già entusiasta di quello che facevo. L’anno dopo l’ 1 maggio del 2022 è stato il grande evento dove tutto è ripartito. È stato il primo evento con la capienza totale ed è stato un simbolo di ripartenza non solo mio ma di tutti. È è stato fantastico perché da lì sono tornati tanti concerti, non con la band ma sola voce e chitarra elettrica. Ho avuto l’opportunità di conoscere due degli artisti che mi hanno praticamente educata musicalmente perché io sono cresciuta con Carmen Consoli, Max Gazzè è uno dei miei cantautori di oggi preferiti.
L’1 maggio di quest’anno, quando mi hanno invitata al concerto, è stata una nuova ripartenza perché sono ricominciati i concerti in elettrico cioè il classico tour che ti porta in giro per l’Italia a suonare. Il bello di questo lavoro è quello di non annoiarti mai e di vivere nuove primavere. Anche quest’anno il 1 maggio ha rappresentato lo start per un bel giro che è andato avanti per tutta l’estate.
Infatti quest’anno è arrivato il momento del tuo tour che continuerà anche nei club, tra cui Catania, anche in inverno. Come ti stai preparando anche sulla scia dell’esperienza che hai raccolto quest’estate? cantautrice mille
Intanto essendo nel club ho fatto una cosa che ho sempre adorato curare: la scenografia. Ho disegnato quella che poteva essere l’idea di scenografia poi al pratico con lo scenografo abbiamo ridimensionato un po’ di cose. Per esempio in Sicilia scenderò con l’aereo quindi doveva essere una cosa modulabile e completamente trasportabile. Sono molto contenta perché quando vado a suonare mi piace avere tutto bellissimo nelle cose che mi circondano.
Anche se è una cosa semplice renderà il palco particolare, l’ho già sperimentato a Firenze nelle prime due date che ho fatto la settimana scorsa. E poi, come avevo già iniziato a fare in primavera, ogni volta che vado a suonare ci sarà una persona che leggerà le carte dei tarocchi e una parte di mercatino vintage. In Sicilia ci saranno sicuro a Catania e a Palermo, o dovremmo capire se ci saranno anche a Messina e Barcellona. Mi piace pensare che il mio concerto possa essere un piccolo evento in cui ci sono tutte le cose che amo e curo personalmente. cantautrice mille
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