venerdì, Novembre 22, 2024

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Cowboy Carter: Beyoncé reinventa il country… o forse lo riporta alla sua vera essenza?

Beyoncé e il country: un binomio che ha dell’incredibile, come immaginare Adele fare techno o Cardi B intonare un’aria d’opera. Eppure è successo: Beyoncé ha pubblicato “Cowboy Carter”, suo ottavo album in studio, che dà uno sguardo innovativo a un genere un po’ stantio. Trainato dal singolo “Texas Hold ‘Em”, di discreto successo negli Stati Uniti e anche sui social, l’album propone quindi un viaggio verso l’Old Wild West. Ma con un tocco di regalità, come si addice a una queen come lo è la cantante di “Single Ladies”. Vediamo nel dettaglio. beyonce ottavo album

Esplorando il Country di “Cowboy Carter”

In questo lavoro, la popstar si avvicina al genere country riaffermando le sue radici, che includono una prospettiva nera e progressista. È importante notare che il country è spesso associato a un establishment conservatore, ma Beyoncé non adotta un approccio purista. Piuttosto, lei sottolinea il suo personale legame con i temi ricorrenti nel country, come la connessione con la terra e il senso di allontanamento da casa. Beyoncé stessa proviene dal sud degli Stati Uniti, e nel testo di una canzone si domanda in modo provocatorio cosa significhi “essere country” se non rappresenta questa esperienza autentica. beyonce ottavo album

Contro le etichette beyonce ottavo album

La critica al modo in cui l’industria musicale americana tende a categorizzare la musica in generi rigidi emerge come un punto centrale. Beyoncé dimostra che definire la musica in termini rigidi è limitante, e non è d’accordo con le critiche di Azealia Banks, la quale accusa Beyoncé di impersonare una ragazza bianca che fa cosplay. In realtà, Beyoncé prende la narrativa caratteristica del country e la fonde con la sua propria storia, sfidando così la segregazione culturale. beyonce ottavo album

Autenticità sonora di “Cowboy Carter”

Cowboy Carter offre una sensazione di autenticità nel modo in cui la musica è eseguita e registrata, che contrasta con il suono più elaborato di Renaissance, un altro album della cantante. Si possono percepire i riverberi delle voci, il vibrare delle corde e il ritmo delle mani che suonano gli strumenti. Beyoncé ha scelto di utilizzare strumenti reali, anche molto antichi, evitando sovrapposizioni eccessive e mantenendo la semplicità dei suoni. Questo approccio alla produzione musicale è stato motivato dalla volontà di tornare a qualcosa di “puro” e naturale, in un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale e dalla programmazione digitale.

Ricchezza concettuale e sonora

Inoltre, il titolo stesso dell’album, Cowboy Carter, evoca un senso di nostalgia e purezza che sembra essersi perso nel tempo. Beyoncé afferma di sentirsi profondamente legata a ciò che è autentico, e ha intenzionalmente mantenuto un’estetica musicale grezza, orientandosi verso il folk. I suoni presenti nell’album sono stati presi dalla natura e dalla vita quotidiana, aggiungendo un elemento cinematografico all’esperienza uditiva complessiva dell’opera.

Collaborazioni e Sincretismo Musicale

Beyoncé ha collaborato con grandi musicisti, tra cui Rhiannon Giddens, una figura di spicco nel rivendicare le radici nere della musica tradizionale americana. Questa collaborazione ha portato a una fusione musicale che ha sfidato le divisioni artificiali nelle classifiche musicali degli Stati Uniti. Il singolo “Texas Hold ‘Em” ha raggiunto la popolarità in diverse classifiche, dimostrando la natura artificiale di queste divisioni musicali.

Richiami Storici e Culturali

In Cowboy Carter, si possono rintracciare anche richiami storici e culturali, come l’inclusione di una melodia settecentesca italiana, “Caro mio ben” di Tommaso Giordani, reinterpretata nella traccia “Daughter.” Questo mostra ancora una volta la profondità storica e culturale di Beyoncé, che non si limita ad essere una studentessa della storia musicale americana, ma anche di quella più ampia. beyonce ottavo album

Le cover: capolavori stravolti

Beyoncé riesce a rendere eccezionali due reinterpretazioni musicali. La prima arriva subito dopo l’introduzione di “Ameriican Requiem” con “Blackbird” dei Beatles. La scelta di questa canzone non è casuale. Paul McCartney l’ha composta nel 1968 in un periodo tumultuoso segnato dall’assassinio di Martin Luther King, durante il fervore della lotta per i diritti civili. Il merlo nel titolo nascondeva simbolicamente la narrazione delle esperienze degli afroamericani. Se “Blackbird” rappresentava un dialogo tra un inglese e l’America nera, “Blackbiird” rappresenta la sua rivisitazione e adattamento in un nuovo contesto culturale. Per enfatizzare ulteriormente questo concetto, Beyoncé ha coinvolto Tanner Adell, Brittney Spencer, Tiera Kennedy e Reyna Roberts, tutte voci di colore, ma meno conosciute, e vicine alla scena country.

L’endorsement di Dolly Parton beyonce ottavo album

Ancora più potente è la reinterpretazione di “Jolene” di Dolly Parton. Come Willie Nelson, anche la celebre star del country non canta direttamente la canzone, ma la introduce. Nel suo intervento, Parton cita un’altra canzone di Beyoncé, “Sorry” del 2016. In quel periodo, la popstar si rivolgeva a una misteriosa “Becky con i bei capelli” come l’amante del marito, cantando: “Mi vuole solo quando non ci sei”, dando così inizio a una ricerca per individuare la colpevole: “E allora, chiama pure Becky con i bei capelli”. Nell’introduzione, Parton menziona che la “hussy” (termine che potrebbe essere tradotto come “donna poco onesta”) con i bei capelli le ricorda “una persona che conoscevo tempo fa”, ovvero Jolene della canzone del 1974. Mezzo secolo fa, la cantante pregava letteralmente la bella rivale Jolene di non portarle via il suo uomo. Beyoncé, tuttavia, non è una che prega una rivale; cambia il testo, trasformando la supplica in un avvertimento intimidatorio: “Jolene, ti metto in guardia, non venire a cercare il mio uomo”.

Pop e country: due mondi in dialogo beyonce ottavo album

Per quanto questo viaggio di Queen B nelle terre del country abbia lasciato i fan senza fiato, non è certo la prima volta che una diva del Pop esplora questo genere. Nel 2016, Lady Gaga lo aveva fatto con l’album “Joanne”, che mescolava il country al rock e al Pop. Per non parlare poi di Taylor Swift, alla quale proprio il country ha dato i natali artistici. Nel 2014, la cantante di “Look What You Made Me Do” aveva sorpreso tutti con il sound di “1989”, l’album che ha consacrato il successo della cantautrice. In tempi più recenti, il country è anche entrato di diritto nel panorama mainstream, con il grande successo riscosso da Morgan Wallen. Il cantautore ha infatti dominato la Billboard Hot 100, rimanendovi in vetta per ben 16 settimane con la sua “Last Night”. Chissà, magari Wallen ha preparato il terreno a Beyoncé per la buona riuscita commerciale di “Cowboy Carter”.

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