Con i suoi pro e i suoi contro, l’album della giovane italiana è tutto quello che l’Italia aspettava per rinnovarsi. Ascoltalo qui! Francesca Michielin nuovo album 2018
2640 metri Francesca Michielin nuovo album 2018
“Metto insieme un po’ di pezzi, un po’ di graffi” così dice la stessa Michielin in una delle canzoni contenute dell’album.
Francesca Michielin nuovo album 2018
E questa frase riassume perfettamente lo spirito dell’album stesso nonchè la sua bellezza.
C’è innovazione, stile, carattere ma anche sbagli, melodie vecchie e testi assenti: ma proprio per aver provato ad innovare, a volte sbagliando, noi diciamo che l’album della Michielin è proprio quello che ci voleva.
In un mondo in cui Elisa fa i duetti con Tommaso Paradiso risultando credibile quanto Salvini ad un convegno sull’accettazione del prossimo, 2640 è tutta la vita di Francesca messa in musica.
In un mondo in cui anche i Negramaro ingoiano una tastiera elettronica usandola come un bambino a cui danno un bollitore elettrico, il sound della Michielin è se non ben calcolato quantomeno nuovo, fresco.
Insomma, in un mondo di noia, 2640, si configura come un grande album. Francesca Michielin nuovo album 2018
Nello specifico, ecco i brani che
Abbiamo amato
“Io sono nata a Bogotà e lì c’era questo slogan: 2640 metri più vicini alle stelle. Mia madre mi prendeva sempre in giro dicendo che grazie a questo, io ero sempre con la testa tra le nuvole”
così comincia la canzone, prima dell’album, “comunicare”. Francesca Michielin nuovo album 2018
Questi 2640 metri di vicinanza alle stelle si notano nel sound giocoso di Tropicale, che nonostante sia una scusa per fare un pezzo ballabile in ogni stagione, è comunque ben bilanciato.
Si nota nelle parole di Scusa se non ho gli occhi azzurri, nel sapore di vintage di “noleggiami un film”, ma sopratutto in Tapioca, la Michielin da il meglio di sè.
Testo, ritmo boliviano unito all’elettronica moderna che si fondo perfettamente con la sua voce.
Tradizione e innovazione insieme, passano per la voce di una delle cantautrici più giovani che l’Italia abbia.
Abbiamo odiato
Le sue canzoni si presentano come grandi flussi di coscienza tematici.
Scrive di getto frasi sconnesse tra di loro che magari avranno un grande significato per la cantante stessa ma poco comprensibili al resto delle persone.
Ci sono parti del testo magnifiche e parti che sembrano essere solo l’elenco della spesa finita per sbaglio dall’Esselunga alla sala di registrazione.
Un paio di pezzi alla Beyoncè che ormai sono troppo sorpassati per poter essere apprezzati (Lava e l’inizio di Comunicare) che però rimangono comunque ben elaborati.
In definitiva un album che se anche non vi dovesse piacere, sappiate che era necessario alla musica italiana nei suoi pregi e nei suoi altrettanti difetti.
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Francesca Michielin nuovo album 2018