Dal 23 febbraio sarà disponibile su Netflix Mute il nuovo film diretto da Duncan Jones, figlio di David Bowie. In alcune dichiarazioni, rilasciate al Times, il regista ha affermato che il padre è in parte coinvolto in questo suo nuovo lavoro. Ecco in che modo.
“Un sacco di aspetti della storia ruotano intorno alla natura della genitorialità. Cosa rende un genitore un buon genitore?” ricordandosi di quando suo padre gli consigliava di “immergersi nell’acqua un po’ più a fondo del punto in cui puoi toccare il fondo con le dita dei piedi”. Questo è stato l’atteggiamento che Duncan ha mantenuto durante la regia di Mute.
Tutti i riferimenti al padre David Bowie
Se solo il regista avesse voluto, Mute sarebbe stato ancora più un intimo ricordo del compianto padre, dato che, già 15 anni fa, insieme avevano lavorato al primo copione. Ma, dato il tragico epilogo della vita di David Bowie che tutti conosciamo, ha deciso di cambiare qualcosa, forse sarebbe stato eccessivamente personale.
“Ho fatto un film che era un po’ scomodo e inaspettato, e più oscuro di quanto la gente si potesse aspettare. Ero nervoso mentre lo facevo. Ma nervoso in un modo positivo”
Tuttavia l’ambientazione del racconto rappresenta totalmente il vissuto di Bowie negli anni ’70 proprio a Berlino, città che fa da sfondo alla vicenda descritta da Jones. In alcune scene sono stati impiegati anche alcuni quadri dipinti dalla rock star durante lo stesso periodo berlinese.
La trama
Si tratta di un thriller ambientato nella Berlino del 2052. Il film è stato considerato da molti una sorta di sequel di Moon, il film di James del 2009. Ma veniamo al dunque. Il barista muto Leo Beiler, impersonato da Alexander Skarsgård, è alla ricerca di Naadirah, la sua fidanzata scomparsa nel nulla in circostanze misteriose. La sua ricerca lo porta nelle profondità di una città segnata dall’immigrazione, dove si imbatte in due bizzarri chirurghi americani.
Il trailer ufficiale Netflix
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