Un film di Hitchcock, un romanzo di Agatha Christie, un locale da piano bar d’alto borgo degli anni ’50, un musical teatrale. Queste sono tutte le possibili ambientazioni per rappresentare l’attesissimo Tranquility Base Hotel & Casino degli Arctic Monkeys. Recensione Tranquility Base Hotel & Casino
Dimenticate il sound rock a cui eravamo tutti abituati perché per questo album Alex Turner & Co hanno appeso la chitarra al chiodo per immergersi in un’atmosfera nuova, sia per noi che per loro. Recensione Tranquility Base Hotel & Casino
Uno sperimentalismo old school Recensione Tranquility Base Hotel & Casino
Tutte le band della storia almeno una volta nella vita decidono di esplorare nuove combinazioni musicali, probabilmente perché hanno paura di annoiare e annoiarsi. In gran parte dei casi questi esperimenti falliscono; si può cadere nel banale, può mancare originalità, può sfuggire qualcosa o peggio ancora si può scardinare definitivamente la propria identità. Tutto questo non è successo, per fortuna, agli Arctic Monkeys.
Tranquility Base Hotel & Casino è l’esempio lampante di come il cambio di genere può dare l’occasione di proporre qualcosa di originale. Alex ha deciso di sedersi al pianoforte e seguire l’ispirazione.
Il risultato? un album con l’atmosfera noir meravigliosamente equilibrato e di classe, una classe che solo chi è un vero artista sa avere, il tutto con una base musicale che fa da filo conduttore a tutte le 11 tracce.
Una scelta coraggiosa
Negli anni in cui la musica si sta sottomettendo agli strumenti digitali che hanno, in definitiva, ucciso qualsiasi tipo di originalità stilistica, ecco che sbuca fuori questo disco in cui strumenti e voce sono i veri protagonisti.
Il pianoforte domina tutto, tanto basso, la chitarra invece appare raramente, quel “poco” giusto che serve a dare struttura ai brani, e per ricordarci che gli Arctic la sanno suonare ancora. Recensione Tranquility Base Hotel & Casino
In un’intervista a BBC Radio 1 il frontman aveva già annunciato che ci sarebbe stato questo cambio di registro. “La chitarra non riusciva più a ispirarmi. Ogni volta che prendevo una chitarra in mano sapevo già come sarebbe andata a finire. Avevo un’idea piuttosto chiara di ciò che ero e quando mi sedevo al pianoforte quest’idea era totalmente diversa”.
Bye bye rock?
Basta andare sulla pagina Wikipedia degli Arctic Monkeys per leggere che il loro generi sono da sempre stati Indie rock, Rock alternativo, Garage rock, Garage punk, Post-punk revival. E sono stati così bravi in questi 16 anni di carriera che non vogliamo pensare che si tratti di un addio definitivo a tutto quel ben di dio di musica che hanno prodotto.
Vogliamo pensare che Tranquility Base Hotel & Casino sia il disco della maturità artistica, in cui hanno voluto fare una sorta di viaggio nel tempo alla riscoperta di un sound considerato impolverato.
A loro va il grande merito di essere stati bravi a ripulirlo per adattarlo il più possibile al gusto contemporaneo. Tuttavia sappiamo benissimo che questo disco, purtroppo, non è fatto per essere amato da tutti ma confidiamo nel buongusto di chi sa apprezzare ancora la buona musica. Recensione Tranquility Base Hotel & Casino
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