Direttore artistico e conduttore allo stesso tempo: una scelta sbagliatissima per Baglioni: qui i momenti salienti e la nostra recensione. Baglioni critiche sanremo
Claudio Baglioni è il pezzo sbagliato Baglioni critiche sanremo
“Così sbagliato, tu riportami a casa” questo il ritornello delle Vibrazioni che probabilmente si sono inspirati alla conduzione di Baglioni per questa canzone. (sbagliata a sua volta)
Baglioni critiche sanremo
Claudio sta lì ma è come se fosse costretto: oppure sono gli zigomi troppo tirati che gli impediscono l’articolazione della mascella.
Rigido, monotono e, sempre per citare un’altra pietra miliare del festival, MONO-NOTA:
il suo monologo iniziale è stato così noioso che credevamo fosse una prova alla tenacia dei telespettatori.
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A fine festival ci aspettiamo un’interrogazione a sorpresa con premio finale un mese di canone gratis: anche se, per la tortura riservataci dovrebbero scontarlo un po’ a chiunque.
Anche la scenografia è completamente inutile sul retro, bella ma davvero vecchia e antica nella parte frontale: il tutto viene salvato dalla grafica molto 2018, ma che in bianco e nero riesce ad essere mortuaria.
Fiorello il nuovo Baudo
Fiorello fronteggia invece alla perfezione il palco sanremese e se l’emozione è stata tanta, di certo non si è percepita: padrone perfetto del palco e sopratutto.. degli spettatori.
Uno di loro infatti ad inizio festival sale sul palco con la stessa tranquillità di un anziano davanti ad un cantiere per richiedere un incontro con qualche carica politica.
Fiorello lo prende in contropiede e prima ancora che il protestante possa dire qualunque cosa, inizia ad usarlo come materiale per lo sketch comico.
Ammirevole non solo l’arte improvvisatoria e comica di Fiorello ma la dignità che comunque ha saputo conservare in un gesto che sicuramente proviene dalla disperazione.
Michelle Hunziker è la vera salvatrice
Scenografia flop, Baglioni sotto tono (o semplicemente non scongelato bene dal sonno criogenico in cui lo tengono) Favino troppo attore per un copione mal scritto: la speranza è donna.
L’unica donna del festival ma anche l’unica che ha la forza e il carattere giusto per mandare avanti la baracca: Michelle Hunziker salva tutto.
Elegantissima, bellissima e capace di prendere in pugno la conduzione con un’impeccabilità che ci ha fatto pure trovare inutili gli altri due compagni di viaggio.
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Certo, la parte in cui grida al marito che lo ama e lo risposerebbe subito per quanto è bello, fa cadere il tutto dall’incompetenza al
“va be, ormai fate un po’ come vi pare, tanto peggio di così c’è solo Marzullo”.
Però è lei il cavallo di razza su cui puntare.
Favino Inaspettato
Pierfrancesco Favino, ribattezzato GNIGNI grazie ai TheJackal, è una sorpresa.
I theJackal per chi non li conoscesse sono Youtuber (eroi e miti per noi, ma ci limiteremo alla definizione classica) che hanno collaborato con Favino nella realizzazione di due sketch comici di cui i video sui loro canali.
Il succo era fargli dire GNIGNI sul palco, e il Favino è stato così bravo da non farci nemmeno accorgere della sfida in atto.
Inizialmente molto ligio al copione, maestro nel recitarlo, si scioglie verso la fine rendendo la sua presenza da dannosa a semplicemente superflua.
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