Un ”secondo” inizio
Cominciare di nuovo da zero: non una seconda giovinezza,. ché nessuno purtroppo può rivivere , ma un riassetto, soprattutto della propria scrittura: i Blink-182 ce l’hanno fatta.
Creare un seguito al primo difficile album con Skiba al posto di Tom DeLonge poteva rappresentare un bel problema. Perché il tempo passa, e quando una formula, pur di successo, viene rinnovata troppe volte inevitabilmente si esaurisce. L’abilità del trio di San Diego nel costruire il nuovo album “Nine” è stata ricominciare dalle macerie del proprio successo, per poi ripartire.Blink album nine recensione
”Ricominciare”
Prima ancora della produzione, infatti, è il songwriting che sottolinea la differenza tra i Blink-182 di oggi e quelli del passato. in questo senso l’ingresso di Skiba, tecnicamente più preparato di DeLonge, ha permesso a Travis Barker di riprogettare da zero le fondamenta ritmiche dei brani,. inserendo finalmente i propri beat divisi in modo organico nei brani e non come semplice legame per spezzare la noia dei quattro quarti canonici.Blink album nine recensione
Un nuovo stile
Non è un album stilisticamente uniforme, “Nine”, eppure suona compatto e omogeneo. Dal quasi hardcore di “Generational Divide” alla ballad “I Really Wish I Hated You“, passando per il punk rock di “Pin the Grenade” e “Ramson“, quest’ultima sorta di ponte tra i Blink di “Miss You” e quelli nuovi di “Black Rain“,. le quindici nuovo tracce fissate su nastro. da Hoppus, Skiba e Barker restituiscono l’immagine di un gruppo ”ricostruito”, che nonostante il passato importante non ha alcuna intenzione di considerarsi un ”superstite”. E che, soprattutto, sente di non avere conti in sospeso. con nessuno, in primis con i propri fan della prima ora: se è vero che la consacrazione definitiva, per un artista, è sancita dall’inizio del ricambio generazionale nella propria platea, quella aperta da “Nine” potrebbe essere una stagione cruciale. per i Blink, dopo la quale nessuno potrebbe essere più lo stesso.Blink album nine recensione