domenica, Novembre 24, 2024

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Libiamo ne’ lieti calici: a Catania La Traviata di Giuseppe Verdi

Sapevate chi è il compositore le cui opere sono le più rappresentate in tutto il mondo? È un operista italiano molto conosciuto e apprezzato anche dai meno esperti di musica classica, sicuramente tra i più influenti di tutti i tempi. Stiamo parlando di Giuseppe Verdi. Stando alle statistiche fornite dal sito Operabase, infatti, Verdi è il preferito dai teatri di ogni angolo della Terra, superando autori come Mozart, Rossini, Puccini e Wagner. E sapevate qual è la sua opera più rappresentata? È La Traviata (1853), che figura anche al secondo posto tra le opere più rappresentate in assoluto, dietro solo a Il flauto magico di Mozart. Dunque non c’è alcun dubbio: La Traviata è un’opera scolpita nel cuore degli spettatori di tutto il mondo. Il capolavoro verdiano sarà rappresentato a Catania nei prossimi giorni. È un’occasione imperdibile per immergersi nelle più celebri pagine del melodramma italiano. E allora non ci resta che attendere questo imperdibile evento e festeggiare, magari a suon di Libiamo ne’ lieti caliciCatania La Traviata

A Catania La Traviata di Verdi: tutte le informazioni

La Traviata verrà rappresentata al Teatro Massimo Bellini, in perfetta chiusura della stagione 2023 di opere e balletti dell’ente. L’appuntamento per la prima è fissato per il 1° dicembre alle 20:30. Seguiranno repliche fino al 9 dicembre. La messinscena, per l’originalissima regia di Henning Brockhaus, vedrà protagonisti Daniela Schillaci nel ruolo di Violetta e Giorgio Misseri nel ruolo di Alfredo. Nel secondo cast, invece, i ruoli protagonisti saranno rivestiti rispettivamente da Eugenia Vukkert e Albane Carrère. L’orchestra del Teatro Massimo Bellini sarà diretta da José Cura. Per ulteriori informazioni, ma anche per provare a procurarvi il vostro biglietto (anche se probabilmente sarà già tutto sold out), potete consultare questo link. Catania La Traviata

Preludio all’opera Catania La Traviata

Volete approfondire le vostre conoscenze su Verdi e Traviata prima di andare a vedere lo spettacolo? Allora fa al caso vostro questa iniziativa. Come avviene per tutti gli appuntamenti della stagione lirica del Teatro Bellini, pochi giorni prima della messinscena si terrà una conferenza nel meraviglioso foyer del Teatro, allo scopo di presentare al pubblico e alla stampa la messinscena. Si tratta dei Preludi all’opera, interessantissimi incontri curati dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. A promuovere il progetto sono la prof.ssa Maria Rosa De Luca e la prof.ssa Graziella Seminara, entrambe docenti di Storia e storiografia della musica nell’Ateneo Catanese. Video, slide, notizie, curiosità, interviste al regista e ai cantanti, ma anche interventi da parte di esperti del settore: così si svolgono i Preludi all’opera. Per quanto riguarda La Traviata, il Preludio all’opera è previsto per il pomeriggio del 28 novembre alle 16:30. Interverrà la prof.ssa Anna Tedesco, docente di Storia del teatro musicale all’Università degli Studi di Palermo. Sarà un’occasione per andare a teatro con una maggiore consapevolezza e per stuzzicare la curiosità.    Catania La Traviata

La Traviata: trama e personaggi

La Traviata è un’opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, derivato dal romanzo La Dame aux Camélias (La signora delle camelie) di Alexandre Dumas figlio. La vicenda si svolge nella Parigi del XIX secolo e ruota attorno alla sofferta storia d’amore tra Violetta Valéry, una cortigiana di grande bellezza e fascino, e Alfredo Germont, un giovane e appassionato gentiluomo. Afflitta da una malattia terminale, Violetta incontra Alfredo durante una sfrenata festa, si innamora del ragazza. Ma è troppo legata ai piaceri della vita mondana (e al suo lavoro di traviata). La donna si lascia andare al sentimento e i due vivono un breve ma intenso amore. Ma la relazione è ostacolata dalle convenzioni sociali e dal padre di Alfredo, Giorgio Germont, che convince Violetta a lasciare il figlio per preservare l’onore della famiglia. Violetta, pur amando Alfredo, accetta di sacrificarsi per il bene del suo amato. Nel terzo atto Violetta, ormai consumata dalla tisi e sola, muore tra le braccia di Alfredo, che giunge troppo tardi per riconciliarsi con lei. L’opera affronta temi di amore, sacrificio e di lotta contro la convenzioni della società, con una colonna sonora emozionante che contribuisce al suo status di capolavoro nel repertorio operistico.

Verdi dalla parte delle donne?

E se Violetta non fosse morta? Immaginate la nostra eroina guarire dalla tisi e vivere per sempre felice, tra le braccia del suo amato Alfredo. Un finale del genere sarebbe stato troppo controverso persino per Verdi, che di controversie ne sapeva qualcosa (diverse sue opere, tra cui la stessa Traviata, furono soggette alla censura, soprattutto nello Stato Pontificio). Il motivo della controversia sarebbe stato il fatto che una donna considerata immorale dalla società ottocentesca non poteva sopravvivere. La donna traviata non poteva vivere felice, doveva morire. Quindi c’è una morale ottocentesca a guidare la narrazione, probabilmente contro la volontà dello stesso autore. Ma Verdi si dimostra un visionario, di molto avanti rispetto ai suoi contemporanei, già solo dando voce a una donna traviata, esplorandone la psicologia e i sentimenti più sinceri: la donna traviata che prova amore puro per un uomo. Probabilmente si tratta di un riflesso autobiografico: il compositore iniziò una storia d’amore con il soprano Giuseppina Strepponi, che lasciò i suoi figli per andare a convivere con Verdi a Busseto, prima ancora del matrimonio. Naturalmente, questo affaire scatenò critiche e pettegolezzi, la Strepponi vista come una poco di buono, una mantenuta. Ma Verdi, con La Traviata, rivoluzionò questa mentalità, dando a un’eroina come Violetta la possibilità di entrare nel cuore del pubblico di tutti i tempi. Secondo voi, La Traviata può considerarsi un’opera femminista?  

Giuseppe Verdi: lo sapevi che..? Catania La Traviata

Scopriamo alcune curiosità su Joseph Fortunin François Verdi. Direte voi: chi? Ebbene, con questo nome fu registrato il compositore al registro anagrafe di Busseto (Parma), suo comune natale. A quell’epoca il Granducato di Parma, e quindi anche Busseto, erano sotto il dominio dell’Impero francese di Napoleone. Ecco spiegato il perché del nome redatto in francese. Sapevate a chi è dedicata la celebre Messa di Requiem di Verdi, il cui Dies Irae ultimamente è virale su TikTok? Il compositore dedicò il suo Requiem nientedimeno che al compatriota Alessandro Manzoni, che come Verdi aveva dato un contributo essenziale all’Unità d’Italia. Infatti l’operista, negli anni del Risorgimento, era stato politicamente influente, e senza grandi sforzi: in epoca risorgimentale, sui muri di Milano e Venezia, si scriveva “Viva VERDI”, che però era anche acrostico di “Vittorio Emanuele Re Di Italia”; dunque esaltare Verdi in pubblico consentiva di inneggiare all’Italia unita in tutta sicurezza, senza palesare il significato politico anti-austriaco dello slogan. Questa affascinante coincidenza, comunque, contribuì a rendere il compositore un simbolo del Risorgimento e del patriottismo. Forse è anche per questo motivo se, nel corso dei decenni, ci sono state molte persone a volere Va, Pensiero, il celeberrimo coro tratto dal Nabucco (1842), come inno italiano, al posto del Canto degli Italiani scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro.

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