La piaga dell’uomo moderno
Sembra che – in questo periodo storico – ci sia una piaga sempre più diffusa, sempre più presente nella quotidianità. Depressione suicidio artisti rock
La piaga della depressione, che sembra spesso un demone così lontano e intangibile, relegato ai manuali di medicina e psicologia. Questa piaga si sta espandendo di anno in anno. Anche in una società come la nostra che, tutto sommato, può cullarsi di un benessere non così scontato.
Impressiona ancora di più quando colpisce persone che – ai nostri occhi – hanno tutto quello che si possa desiderare dalla vita: successo (in ambito artistico, ma anche lavorativo), famiglia, soldi, salute.
E non solo impressiona, ma arriva ad addolorare quando questa depressione, argomento già di per sé delicatissimo, induce all’estremo gesto del suicidio. Depressione suicidio artisti rock
Il successo e la depressione
Sembra paradossale, ma il legame tra successo e depressione è evidentemente tanto forte quanto – per noi “comuni mortali” – inconcepibile.
Non voglio dilungarmi su un argomento così triste e delicato.
Non voglio citare esempi, fare nomi o azzardare ipotesi. Rischiando magari di mancare di rispetto a quegli uomini – prima ancora che artisti – che sono arrivati ad un punto così buio della propria esistenza. Così buio da pensare che l’unica soluzione fosse quella di farla finita in maniera definitiva.
In questi giorni, come ben si può immaginare, l’argomento è tornato tristemente ad esser dibattuto in seguito alla morte di Chester Bennington, cantante dei Linkin Park. Ma questo è solo l’ultimo caso di una lunga lista che, ripeto, non intendo citare in questa sede.
Questo triste fatto spinge, ancora una volta, a chiedersi cosa sia a portare un esser umano a prendere una così oscura decisione.
Addolora, ma anche spaventa. Ci pone dinnanzi ad una terribile domanda: è davvero questa la nostra condizione?
Se non bastano l’amore, gli affetti, i soldi, il successo a riempire quel vuoto tipico dell’uomo moderno, cosa cerchiamo? E se tutti i nostri quotidiani sforzi per raggiungere quelle ambizioni che, una volta raggiunte, non fanno altro che farci sentire ancora più vuoti, fossero inutili?
Basta pensare a quanti sono i grandi artisti che, all’apice del loro successo, hanno mandato tutto a puttane, suicidandosi, subito con un gesto eclatante e violento, o lentamente con le droghe, con l’alcohol.
A queste espressioni psichiche andrebbe aggiunta inoltre la sottovalutata dimensione fisiologica del problema. Oltre all’aspetto psicologico andrebbe infatti considerato inevitabilmente l’aspetto meramente clinico del problema. Da tenere presente, ma non in questa sede. Depressione suicidio artisti rock
Dust in the wind
Forse dovremmo capire che è superficiale giudicare la felicità di un uomo in base a questi parametri. Dovremmo capire che, il vuoto che uno ha dentro, non lo riempi facilmente con distrazioni “terrene”. La pace interiore non dipende da quanto sei arrivato in alto, da quante persone che ti amano hai attorno, da quante cifre ha il tuo conto in banca o da quanti viaggi fai.
Queste sono cose belle, a volte bellissime. Ma non bastano.
Alcuni riescono a riempire quel vuoto con la religione.
Indubbio è che, al diffondersi di questa piaga corrisponda parallelamente un allontanarsi dalla dimensione spirituale e religiosa data sempre per scontata nella storia dell’umanità.
L’uomo realizza di essere solo un puntino insignificante nello spazio e nel tempo.
«All we are is dust in the wind», siamo solo polvere nel vento citando una canzone dei Kansas.
Forse anche a questa presa di coscienza è da ricondurre questa terribile piaga. Presa di coscienza da parte di persone che, avendo tutto nella vita, continuano a sentirsi vuote e non sanno più come “distrarsi” da questa terribile verità. Depressione suicidio artisti rock
In the end
Non sono mai stato un fan dei Linkin Park. Ma voglio iniziare la conclusione di questo articolo con un verso di una loro canzone, volendo rendere omaggio a Chester, come uomo e come artista.
In the end, it doesn’t even matter. Alla fine, nemmeno importa.
Tutti questi discorsi, sulla depressione, su ciò che distingue l’uomo moderno, ossia questo senso di inadeguatezza, questa perenne ricerca di qualcosa che nemmeno sappiamo cosa sia, dovrebbero spegnersi.
Dovremmo smettere di speculare sulle ragioni di una persona che – in fin dei conti – nemmeno conoscevamo. Di giudicare, di aver la presunzione di farci domande a cui nessuno può, in realtà, rispondere.
Non importa, perché ciò che rimane è solo il dolore di chi amava l’artista, e soprattutto di chi amava l’uomo.
Nessuno prende una decisione del genere alla leggera.
Nessuno, solo chi c’è dentro, può capire cosa davvero cosa sia la depressione. Credere che ciò sia assurdo solo perché un uomo ha il successo e la fama, e tutte quelle cose belle di cui sopra, è quantomeno superficiale e spiritualmente arido.
E allora, forse, dovremmo iniziare a guardare la faccenda con uno sguardo diverso. Meno inquisitorio, meno speculativo. più umano.
E nel nostro piccolo dovremmo forse – ognuno di noi – trovare la nostra strada. O almeno provarci. Cercare di evitare quel demone tenendo stretto – per quanto possibile – solo il positivo che ci circonda, ricordandoci che la vera gioia è dentro di noi, anche nelle piccole cose. Evitando di farci divorare dalle ansie e dalle preoccupazioni della quotidianità, inevitabili ma misere.
E soprattutto, non aver paura di parlarne. Renderci conto che è un problema reale, e che può riguardare tutti noi.
E non giudicare situazioni così delicate, nel rispetto di chi – complice forse una alta sensibilità che sfocia nell’arte – cade vittima di questo mondo, bello, bellissimo. Ma spesso crudele. Depressione suicidio artisti rock
Il sito dedicato a Chester Bennington
Proprio alla sensibilizzazione al problema della depressione e alla prevenzione del suicidio è dedicata una parte del sito che i Linkin Park hanno aperto in memoria del loro defunto compagno. In esso, vengono indicati anche dei contatti utili in caso di situazioni di depressione.
Clicca qui per visitare il sito dedicato a Chester.
Nel sito appare il seguente messaggio:
“In case you or someone you know needs support, here are some resources:
Suicide Prevention Lifeline 1-800-273-TALK
Crisis Text Line, the free, nationwide, 24/7 text message service for people in crisis, is here to support. For support in the United States, text HELLO to 741741 or message at facebook.com/CrisisTextLine.
For support outside the US, find resources at http://www.suicide.org/international-suicide-hotlines.html” Depressione suicidio artisti rock