Sono passati ben 30 anni da Atlantide – Caffè de la Paix, il diciassettesimo album in studio di Franco Battiato. L’album, proclamato il migliore del 1993 dalla prestigiosa rivista Musica e dischi, è stato omaggiato in un raffinato e memorabile concerto al Teatro Sangiorgi di Catania. Il compianto Maestro del cantautorato italiano ha ripreso vita in un commovente tributo a opera di Angelo Privitera, storico tastierista del cantautore. Vediamo insieme tutti i dettagli. Franco Battiato tributo
Una schiera di grandi musicisti per i 30 anni di Caffè de la Paix
Pietra miliare del cantautorato italiano, Caffè de la Paix compie quest’anno il suo trentesimo anniversario. Per omaggiare l’album, il tastierista Angelo Privitera ha proposto un’esecuzione live dell’intero album, riproposto in una veste ricercata, con tanto di quartetto d’archi. Al microfono Fabio Cinti, elegantissimo e composto, canta in una maniera che certamente ricorda quella di Franco Battiato. Anzi, a guardarlo bene, pare quasi che gli somigli. In certi momenti sembra che il cantautore sia tornato in vita, su quel palco. Accanto a Cinti, il Nuovo Quartetto Italiano, composto da Alessandro Simoncini e Luigi Mazza (violini), Demetrio Comuzzi (viola) e Marco Ferri (violoncello). La ciliegina sulla torta è l’ensemble vocale Unda Maris, un piccolo coro diretto dal maestro Carmelo Crinò, docente di formazione corale al Conservatorio Bellini di Catania. Dulcis in fundo, Angelo Privitera al pianoforte e alla tastiera. Franco Battiato tributo
Un viaggio in Medio Oriente Franco Battiato tributo
Nonostante la formazione prettamente classica, i musicisti hanno perfettamente rievocato l’atmosfera mediorientale di Caffè de la Paix. Con il brano omonimo comincia un viaggio per le strade di Amman, complici le luci suggestive adoperate. Durante l’esecuzione di Delenda Carthago sembrava di stare a guardare un tramonto sul deserto del Sahara. E poi il commovente finale con Haiku: pare addirittura che una signora nel pubblico abbia detto ad alta voce “mi viene da piangere”. Il brano termina con una coda dal testo in persiano scritto da Angelo Arioli, che ha quasi un sapore siciliano. Un grande esempio di vicinanza tra popoli. Franco Battiato tributo
I grandi successi di Battiato
Terminato il tributo a Caffè de la Paix, ha preso il via un carosello di perle a firma di Franco Battiato. Grande entusiasmo da parte del pubblico, che ha cantato in coro durante Gli Uccelli ed applaudito con fragore nel bel mezzo di Povera patria, dopo che il cantante aveva intonato il verso “Quanti perfetti e inutili buffoni”. Nel frattempo, Angelo Privitera maneggiava con maestria la tastiera, producendo diversi effetti sonori. D’altronde, è stato il tastierista del cantautore per ben 36 anni! Maestria a parte, il pianista era visibilmente commosso e non perdeva occasione per impreziosire il concerto con aneddoti e considerazioni. Ad esempio, dopo aver suonato Venezia-Istanbul, ha dichiarato: «Questo brano, non l’ho mai eseguito insieme a Franco». A chiudere questa entusiasmante carrellata, due capisaldi del repertorio del compianto maestro del cantautorato: Stranizza d’amuri (ultimamente nelle orecchie di molti dopo l’uscita dell’omonimo film diretto da Beppe Fiorello, con Samuele Segreto e Gabriele Pizzurri) e l’immancabile La Cura. Verso la fine, è comparso come un miraggio proprio lui: ecco provenire da chissà dove la voce dell’unico e inimitabile Franco Battiato, incarnatosi nella musica e tornato in vita.