“Si fingono gangster o inventano un’ adolescenza difficile ma se finiscono in quegli ambienti prendono schiaffi. Io non mi spaccio per malavitoso, ma ne conosco e mi rispettano”, sono le prime righe dell’autobiografia Guerriero di Gue Pequenò, stella del rap italiano.
Come si legge nella presentazione, “Dentro “Guérriero” Cosimo Fini, in arte Gué Pequeno, ha messo tutto se stesso: la sua storia, la sua musica e soprattutto la sua anima. Tra periferie e suite a cinque stelle, tra poesia e slang di strada, tra droghe e ossigeno: un flusso di incoscienza potente, sincero e senza filtri”.
Ad anticipare il suo esordio letterario, l’8 maggio, Gué ha prima pubblicato il video di “Come se fosse normale”, il suo nuovo singolo prodotto da Pherro uscito ad aprile, scrivendo “Questo è il video di “Come Se Fosse Normale”, ed è come se fosse la colonna sonora di tutto”.
“Prima camminavo con i delinquenti” gue pequeno libro
Nel suo libro che lui stesso non definisce come una biografia, piuttosto “un flusso di pensieri“, Guè precisa “non chiedo riconoscenza o il tappeto rosso: suona arrogante ma è un bilancio sull’ influenza che ho avuto sul rap italiano“.
Nell’opera si racconta il suo cammino dalle strade al successo musicale: “Camminavo coi delinquenti e coi borghesi allo stesso tempo, avevo visto la ricchezza e volevo avere accesso a quel mondo lì, ma al tempo stesso non ero davvero ricco di famiglia“.
La sua è una carriera colma di soddisfazioni. Basti pensare che con i Club Dogo ha dato il via alla cultura hip-hop in Italia.
“Sono autentico, nel bene e nel male. Le mie rime stanno al rap come il neorealismo al cinema. All’ epoca del mio primo disco solista uscivo con Nicole Minetti, viaggiavo su aerei privati, hotel a 5 stelle“.
“Per mantenere lo stile di vita che sognavo ho lavorato duro. Da ragazzino vendevo tshirt, mixtape… Adesso il mio modo di essere hustler (trafficone ndr) è cambiato: ho una linea di abbigliamento, investimenti immobiliari, sono socio di una gioielleria e di un franchising di cannabis legale. Altro che quelli passano la giornata su Instagram“.
Gue contro la scena hip-hop italiana gue pequeno libro
Gue ha le idee ben chiare su tutti gli artisti del panorama Hip-hop e rap italiani: “Sfera (Ebbasta, ndr) ha talento anche se si ispira fin troppo, e uso un eufemismo, a certi rapper americani. Ghali, che misi sotto contratto agli esordi, ha cambiato direzione troppe volte per essere veramente autentico: da gangster a mamma Africa ce ne passa. Mancano a tutti i testi, l’ unico che fa capolavori è Vale Lambo. La Dark Polo Gangha basi forti ma, e lo dice uno ossessionato dai marchi, parla solo di moda: fanno entertainment, se cerchi poesia vai da De André“