L’invenzione del “reale” Immensità streaming album ita
Già con il suo album di debutto “Uomo donna”, l’artista torinese si era già affermato meglio che poteva; un musicista da tenere d’occhio e che, a due anni dal suo ultimo lavoro discografico, ritorna sulla scena con un nuovo progetto. Andrea Laszlo De Simone presenta “Immensità”, un album dove la ricerca musicale e l’introspezione emotiva la fa da padrona. L’album è composto da sequenze ben precise: un preludio, un primo, un secondo e un terzo interludio, concludendosi con la sua “fine”. Un concept album che va ascoltato per intero, senza interruzioni, infatti è fruibile come traccia unica di venticinque minuti e sedici secondi, sia su vinile che in digitale; ma anche disponibile in versione digitale diviso per brani.Immensità streaming album ita
Sogno e realtà
Il nuovo lavoro del musicista torinese si apre con “Il sogno”, un preludio strumentale in cui prevale il suono del flicorno finché un coro angelico introduce l’ascoltatore alla prima canzone del disco. De Simone canta “Immensità” quasi assoggettato dalla sua energia, in preda al torpore e alle emozioni dell’inizio del viaggio, quasi prendendone coscienza man mano che scorrono i minuti. L’interludio primo è “La realtà”, seguito dal brano “La nostra fine” in cui il suono di archi e percussioni incalza e sveglia il sognatore, che deve affrontare la fine di una relazione e la vita che “sceglie per noi”.Immensità streaming album ita
Lo spazio contemplativo
Nelle canzoni si colgono citazioni ai maestri del cantautorato italiano, in particolar modo a Lucio Battisti – già evidenti nel disco “Uomo donna” – ma Andrea Laszlo De Simone guarda a loro con rispetto, senza presunzione e senza imitarli, con l’eleganza di chi guarda al passato, consapevole del presente, per sperimentare un proprio mondo di suoni. Nell’interludio secondo, “Lo spazio”, la musica – in cui non mancano riferimenti ai Radiohead – si traduce in una folata di vento che lascia poi spazio all’arpeggio di chitarra e ai violini del brano “Mistero” in cui, nel ritmo che incalza, suoni elettronici si confondono a strumenti classici.
Il mistero, chiusura, fine
Il ripetersi della parola “mistero” sul finire del pezzo, che dà l’idea di voler essere una domanda più che riferirsi a un’entità, si perde nella melodia di pianoforte e flauto per introdurre l’interludio terzo, “Il tempo”.Il rumore della pioggia apre l’ultima parte e la canzone “Conchiglie” è introdotta dall’arpeggio di una chitarra; una dolcezza che accompagna l’ascoltatore tra le linee del sogno, e di come questo si tramuta, poi, in realtà. Al finire dell’ultima canzone, sul rumore della pioggia, si insinua in modo inaspettato la sinfonia della conclusione: una musica che avanza con prepotenza, che di sfuggita ricorda la coda del “Boléro” composto da Maurice Ravel – tra percussioni, tromboni e un accordo dissonante – e che poi, scemando, chiude il disco “Immensità”.
Tracklist
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