sabato, Dicembre 21, 2024

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Intervista a Eramo Nubi, tutto è “concesso” nella musica di oggi

Svenire è il nuovo singolo del rapper palermitano Eramo Nubi prodotto da MIND. Il brano, già disponibile sulle piattaforme digitali, è stato inserito nelle playlist editoriali di Spotify New Music Friday e Anima R&B. L’autore del brano è Gaetano Vicari, in arte Eramo Nubi, con la collaborazione di Simone Campione che si è occupato della composizione e del mix & master. Eramo Nubi Intervista

Assieme al singolo è stato rilasciato anche un videoclip la cui regia è stata affidata ad Ariele Pitruzzella, con la produzione sempre targata MIND. Gli operatori sono Davide Casciolo Francesco Crispi, mentre la fotografia è di Marco Amantia. Conosciamo meglio la nascita di questa canzone e l’autore che ci sta dietro tramite quest‘intervista. 

Svenire è il tuo ultimo singolo, un brano che parla dell’amore e di come esso possa essere una sorta di luce in quel tunnel buio chiamato “vita”, un percorso ricco d’ostacoli e difficoltà. Si può dire che l’amore, in un certo senso, possa avere degli effetti salvifici su qualcuno?

Ciao! L’amore come interazione, legame fra gli esseri ha un potere indissolubile. Siamo però noi a plasmare le realtà, con la traccia ho voluto riportare all’attenzione quella dimensione che mi ha dato tanto entusiasmo in un momento non proprio felice.

https://www.youtube.com/watch?v=SSRWJ5WpsOk

La scrittura di Svenire nasce da un episodio in particolare? E quando ha cominciato a ideare questo brano sono state prima le parole a venirti in mento o le note che in seguito le avrebbero accompagnate?

Più che un episodio furono il posto ed il momento a essere particolari. Scrissi il ritornello, passò del tempo (quasi 2 anni) e lo avevo svolazzante in testa. Un giorno alla MIND (l’etichetta di cui faccio parte) sentii i ragazzi che stavano “jammando” in studio. Sono entrato ed ho sentito quel giro, ho cantato il ritornello ed era perfetto. Da lì in poi ci siamo mossi per produrla.

Per quanto questo brano sia legato principalmente al genere rap, è evidente che ti piaccia sperimentare la contaminazione con altri generi, come per esempio il jazz e il blues. Ci sono altri generi con i quali vorresti metterti in gioco nei tuoi prossimi brani?

Siamo in un momento storico in cui tutto è “concesso” musicalmente parlando. Detto ciò non si deve correre il rischio di confondersi con le cose e diventare una marmellata insapore. Quindi si, creo su ciò che mi comunica la musica mantenendo un’identità che ritengo autentica. Cosa che auguro a ogni artista.

Il processo creativo che ha portato alla nascita di Svenire è stato a tutti gli effetti un lavoro di squadra. Al brano ha collaborato Simone Campione, il quale si è occupato della composizione, del mix & master, mentre la regia del videoclip porta la firma di Ariele Pitruzzella, con Davide Casciolo e Francesco Crispi come operatori e Marco Amantia come addetto alla fotografia. Com’è stato lavorare Svenire? E che rapporto si è creato con queste persone?

Tutto, ma proprio tutto il processo di creazione e lavorazione al brano è stato intenso, caratteristico e meraviglioso. Ringrazio tutte le figure che si sono spese per dar vita a quella che a ora è la creatura più matura che sia venuta fuori dal progetto. Lavorare con ognuno di loro è stato prezioso ed ho imparato davvero tanto. Credo fra l’altro che quest’apprezzamento sia condiviso, ci siamo scambiati parecchie energie.

 

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Svenire è il preludio al tuo prossimo EP. Quale sarà il perno emotivo di questo tuo prossimo progetto?

Non ho ancora ben chiaro cosa voglio dal me futuro in termini discografici. So che voglio suonare e provare sui palchi a dare al pubblico ciò che inconsapevolmente esso mi dà nell’arte.

Sei nato a Enna e hai spesso collaborato con la scena urban siciliana, ma hai anche lavorato oltre i confini regionali e nazionali arrivando fino in Belgio. L’aver esplorato diversi culture musicali come ha cambiato la tua arte?

Il contatto con l’estero e il vivere fuori dal proprio contesto d’origine amplifica le percezioni. Bisogna viaggiare e apprendere dal diverso, anche quando pensi che le condizioni non te lo permettano. Il Belgio mi ha insegnato che esistono comunità Hip-Hop forti, coese e profondamente inclusive.

Sei legato al mondo della musica fin da quando, da bambino, ti approcciasti al pianoforte, alla scrittura e alla composizione, fino alla scoperta, all’età di tredici anni, dell’hip-hop. Ma quali sono gli artisti appartenenti al mondo della musica che hanno reso Eramo Nubi ciò che è adesso?

Vengo dagli ascolti sia della vecchia scuola che di quella che fu la generazione di transizione che chiamo “middle age” del rap italiano e non, di cui nel mio piccolo faccio parte. Neffa, Dargen e Ghemon furono senz’altro una fonte di ispirazione. Non perché volessi farlo come loro, ma perché hanno dato un contributo pazzesco all’evoluzione di questo mondo. E poi ascolti totalmente distanti ma che aiutano ad aprirti la mente.

 

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Nel 2021 uscì il tuo primo album da solista, ossia Dherma. Come pensi sia cambiata la tua arte da allora? Quali canzoni appartenenti a quell’album non senti più tue e di quali invece ti senti ancora orgoglioso?

Sicuramente sono cresciuto ma attingo sempre da lì, da quel periodo di vita così intenso per ricordare da dove vengo. Penso solo a migliorare e a espandere il flusso artistico. Chissà se ci riuscirò! La canzone che in questo momento sento più mia è Blu Notte ma anche Flessibile tento ritorna potente.

https://open.spotify.com/intl-it/artist/1Y3rJe5S8eAgSLLAMeckqU?si=kPjzP4OpSgugINXNJ26S7A&nd=1&dlsi=45cf3fe3a5554d16

E voi cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra con un commento e continuate a seguirci su Musicaccia!

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