Dal suo debutto, avvenuto più di un decennio fa, Lana Del Rey ne ha fatta di strada. Dopo le controversie degli ultimi anni e l’addio ai social, l’artista raggiunge una nuova tappa del suo percorso con il nono album in studio: Did you know that there’s a tunnel under Ocean Blvd. Confrontando la Lana Del Rey degli esordi con quella di questo ultimo lavoro discografico, è impossibile non riconoscere la raffinazione che la sua musica ha subito nel corso degli anni. Ecco quindi un breve excursus su questa affascinante vicenda.
Lana del rey kintsugi
Gli esordi: Born To Die e la nascita del personaggio
Nell’ottobre 2011 usciva Video Games, lead single dell’album Born To Die, primo album in studio della cantante dopo la falsa partenza con Lana Del Ray A.K.A. Lizzy Grant (un flop commerciale datato 2008, poi ritirato dai mercati e oggi ufficialmente irreperibile). L’estetica anni ‘50, l’incarnazione del sogno americano, il suo romanticizzare la sofferenza e la morte: su questi elementi si basava il concept di Born To Die. In un periodo in cui le classifiche erano dominate dall’Electro House, il fascino malinconico e retrò di quella ragazza esercitava un’incredibile forza magnetica sul pubblico. Erano gli anni in cui emergeva su internet una sottocultura della tristezza, che portava gli adolescenti a condividere sul social network Tumblr immagini e pensieri legati alla depressione, alla morte, all’abuso di alcol e droghe. Ma la critica non si lasciava convincere: secondo la stampa, Lana Del Rey era solo un personaggio costruito a tavolino.
Ultraviolence: giù la maschera
Sul piano musicale, Born To Die costituiva un fortunato mix tra pop e indie: melodie orecchiabili, ritmi poderosi, testi abbastanza convenzionali seppur personalissimi. Ma poi, nel 2014, arrivò l’album Ultraviolence, cambiando le carte in tavola una volta per tutte. Il braccio di ferro tra pop e indie veniva vinto da quest’ultimo: il sound si faceva più etereo e ricercato, con un rock psichedelico e lento; i testi più ermetici; la voce della cantante più nebbiosa, grazie a un uso abbondante dell’effetto eco. Era come se, raggiunto il successo e la possibilità di creare liberamente, Lana Del Rey potesse togliersi la maschera e seguire la sua vera strada. Una strada che, tutto sommato, non ha più abbandonato, anche se negli anni non sono mancati progetti più vicini al pop o persino alla trap – come l’album Lust For Life del 2017 – ma applicandovi sempre un’estetica personale e inconfondibile.
Il riscatto e l’attività letteraria Lana del rey kintsugi
Questo lungo e paziente percorso di ‘purificazione’ giunse a compimento nel 2019, con Norman Fucking Rockwell!, candidato l’anno successivo come album dell’anno ai Grammy Awards. La critica finalmente riconosceva in Lana Del Rey un’artista valida e colta. Nel 2020 la cantante di Summertime Sadness compariva sugli scaffali delle librerie statunitensi con il libro Violet Bent Backwards over the Grass, raccolta di oltre 30 poesie. A questo punto non c’è più alcun dubbio: Lana Del Rey non è una semplice cantautrice, ma una poetessa di vocazione. È necessario tenerlo a mente per comprendere il significato e il valore della sua musica, in cui la parola ha un ruolo centrale, che spesso scavalca l’importanza del ritmo e della forma musicale. Per questo motivo parleremo del nuovo album a partire dai suoi testi. Lana del rey kintsugi
Did you know that there’s a tunnel under Ocean Blvd?
Oggi l’antidiva ritorna nelle classifiche con Did you know that there’s a tunnel under Ocean Blvd, anticipato dal singolo omonimo e da A&W, di cui abbiamo parlato in questo articolo. L’album è un tour-de-force emotivo, una serie di emozioni incredibilmente intense, una dietro l’altra. Il merito non è tanto della musica: c’è sicuramente una ricercatezza del suono, basti pensare agli esperimenti elettronici in Peppers o ai sontuosi archi della title track, che muovendosi per quarte parallele danno un che di orientale al brano. Tuttavia, il centro dell’esperienza di ascolto è da ricercare nei testi, di una sensibilità sincera e disarmante, in uno stile quasi prosaico e schietto. I temi affrontati sono paragonabili a quelli affrontati da Seneca o da Schopenhauer: la religione, la famiglia, il tempo che fugge, la morte. Non mancano i riferimenti autobiografici: relazioni tossiche, traumi ed episodi sconcertanti. Il filo rosso di Ocean Blvd è il dialogo tra tutti questi temi, che attraversano trasversalmente un po’ tutte le tracce dell’album. Non è quindi un progetto di facile ascolto: in certi momenti sembra di ascoltare un audiolibro. Ad esempio, Fingertips è un flusso di coscienza nei pensieri più intimi, registrato dall’artista tramite le note vocali del suo cellulare e successivamente messo in musica dal produttore Drew Erickson.
La famiglia, la morte e il ricordo
Il brano di apertura è The Grants (ovvero I Grant; Grant è il vero cognome della cantante). È indubbiamente un tributo alle persone care e alla famiglia, per la quale Lana Del Rey ha sempre lavorato duramente. Il testo infatti dice: “sto facendo le cose difficili, sto scontando la mia pena / Lo faccio per noi, per la nostra famiglia”. L’artista cita i membri della sua famiglia anche in Kintsugi e in Fingertips, che possono considerarsi il fulcro emotivo dell’album. Nel testo di Fingertips leggiamo anche: “Datemi un mausoleo nel Rhode Island con papà, nonna, nonno e Dave [lo zio morto nel 2016, ndr]”. Il tema della famiglia si riallaccia spesso con quello della morte. Sempre in Kintsugi, la cantautrice ricorda le morti di tre membri della sua famiglia e il funerale di uno di questi. In Fingertips ricorda il momento in cui le fu comunicata la notizia della scomparsa dello zio Dave. Ancora, in The Grants, Lana Del Rey canta “Il mio pastore mi ha detto che quando muori tutto ciò che ti porti / sono i ricordi / e io mi porterò il mio [ricordo] di te”. È come se questi tre brani dialogassero tra loro. Lana del rey kintsugi
La religione, l’amore e lo scorrere del tempo Lana del rey kintsugi
Anche il tema della religione trova ampio spazio in Ocean Blvd, non solo nella sopracitata The Grants. Il primo interludio dell’album (Judah Smith Interlude) è la registrazione di un sermone del pastore Judah Smith. L’oratore affronta nel suo discorso diversi temi affrontati da Lana Del Rey nel corso dell’album, in particolare l’amore, visto come un ideale collegato alla spiritualità e alla famiglia. Anche in Sweet, terza traccia dell’album, l’amore si connette alla spiritualità. La cantante dichiara al suo amante di essere una donna diversa dalle altre, una donna riflessiva, dolce e profonda. Nella title track, invece, Lana Del Rey riconosce che il suo corpo è soggetto allo scorrere del tempo, perciò chiede al suo amante di non essere dimenticata come è successo al Jergins Tunnel, che si trova a Long Beach, sotto la Ocean Boulevard. Il tunnel, decorato con mosaici e marmi, fu aperto nel 1928 e chiuso al pubblico nel 1967, per poi essere dimenticato da tutti. Un tema che era già stato affrontato nel 2013 nella celeberrima Young And Beautiful. Ma, a dieci anni di distanza, Lana Del Rey dice le cose con una sensibilità diversa, una maturità artistica e una poetica meravigliosa.