La leggenda vive ancoraLeonard Cohen nuovo album
E’ morto il 7 novembre 2016, uno dei più grandi interpreti della musica, scrittore e poeta,che lascia un ultimo ricordo, grazie alla promessa del figlio. Leonard Cohen, poeta, scrittore, cantautore, ha descritto per anni, decenni e decenni, un genere “personale” nei testi, quanto nella stessa forma. Dal Jazz, alla folk music, Cohen ha raccontato le sue storie e le ha rese reali grazie alla sua rauca voce. Non è un semplice e bravo cantautore, Cohen deve essere accettato per quello che è, ovvero “complesso”: tematica che toccano sfondi di ogni tipo, dalla pesante denuncia sociale, al rapporto con la vita, all’interrogativo della possibile esistenza di un dio, fino al rifiuto della morte e alla sua accettazione. Leonard Cohen nuovo album
Dopo la morte, Cohen vive ancora
Poco meno di un mese prima della sua morte aveva pubblicato “You Want It Darker”, un ultimo, meraviglioso, album al quale aveva consegnato le sue riflessioni sulla morte e su Dio. Per il disco aveva lavorato fianco a fianco con il figlio Adam e a lui aveva affidato il compito di completare – per la parte melodico musicale i suoi testi – e pubblicare le canzoni sulle quali avevano lavorato nel tempo trascorso insieme che non avevano trovato posto in “You Want It Darker” non perché non fossero all’altezza del pubblico giudizio ma, più banalmente, in quanto queste canzoni sarebbero state fuori tema in quel contesto.
Una promessa: “Thanks for the Dance”
Adam ha tenuto fede alla promessa fatta al padre e, tre anni dopo, giunge a pubblicare “Thanks for the Dance” che, così promette, sarà l’unico album postumo che uscirà a nome Leonard Cohen, non ce ne sarà un altro. Sono numerosi gli artisti, a diverso titolo, che Adam ha voluto coinvolgere, ognuno per il suo, nella realizzazione del disco, come a voler celebrare coralmente la memoria del padre. Dal musicista spagnolo Javier Mas e Jennifer Warnes, già collaboratori di Leonard Cohen, a Beck, passando per Leslie Feist, Damien Rice, Bryce Dessner dei National, Richard Reed Parry degli Arcade Fire, il produttore Daniel Lanois e il pianista Dustin O’Halloran.
Grazie… Leonard Cohen
L’ascolto di “Thanks for the Dance” non può prescindere, emozionalmente, dalle premesse elencate più sopra e dal loro alto portato. Quindi, se “You Want It Darker” è stato il testamento in musica, questo nuovo album, oltre a essere una sorta di ultima volontà e anche un ultimo regalo di Leonard Cohen. Niente verrà detto riguardo alle tracce, se non che il cuore dell’ascoltatore viaggerà senza mai fermarsi. Un’esperienza che va vissuta da chi ama la musica, da chi ama le storie, ma sopratutto chi ama i ricordi. Parole al servizio della delicatezza, parole che non si scompongono poiché eleganti, parole che tengono per mano delle ragioni di vita. “Thanks for the Dance” è un grande disco di un artista che viveva per la sua arte.
TRACKLIST
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