martedì, Dicembre 24, 2024

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Mia Martini: il dolore e l’arte di una donna indimenticabile

Mia Martini è forse la voce italiana tra le più belle, scomparsa in circostanze mai del tutto chiarite.

Domenica Berté, in arte Mia Martini, nasce a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, il 20 settembre 1947, ed è sorella di Loredana Bertè.

L’infanzia e la prima gioventù sono già all’insegna della musica anche se cariche di difficoltà.

La vita in casa era dura, insopportabile, “un orrore senza fine” rivela Loredana in un’intervista. Tutta colpa del padre troppo violento: “Quando nostra madre aspettava il maschio. Lui la prese a calci nella pancia e io vidi il pavimento del bagno che aveva cambiato colore: aveva ammazzato l’unico figlio maschio. Allora ce ne siamo andate, io e Mimì. E così purtroppo quello è morto, non ce l’ha fatta”.

La piccola Domenica trascorre i suoi primi anni a Porto Recanati ma ci mette poco a convincere la mamma, a portarla a Milano per farle fare canto.

Nel 1962, incontra il discografico Carlo Alberto Rossi e diventa una “ragazza ye-ye”, ossia una corista per brani twist e rock del periodo. mia martini storia

 

Da quel momento, il successo! mia martini storia

La sua vita è però segnata da diversi momenti di debolezza ed errori. A confermarlo, nel 1969, l’arresto per possesso di droghe leggere e i conseguenti quattro mesi di carcere a Tempio Pausania.

Nelle sue opere si sente un malessere interiore da non sottovalutare ma che al contrario nessuno ha mai sentito.

Nel novembre del 1971 esce l’album “Oltre la collina”, uno dei migliori della cantante, il quale affronta temi come la disperazione e il suicidio. Tra i brani c’è lo “zampino” di un giovane Baglioni.

Nel 1977 Mia Martini viene scelta per rappresentare l’Italia all’Eurofestival con la canzone “Libera“. Si piazza tredicesima in classifica, ma il singolo viene tradotto quasi in tutto il mondo.

Nel 1981 si opera alla corde vocali, vedendo modificato il suo timbro verso un tono più roco decide di ritirarsi dalle scene.

Non basta il Premio della Critica istituito apposta per lei al Festival di Sanremo nel 1982, quando ipnotizza tutti con E non finisce mica il cielo.

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Non basta neanche la venerazione che tanti giovani talenti,  Mia decide di scappare via.

Si rifugia da Leda, la sorella più grande. Cerca una vita ordinaria è tornerà solo nel 1985.

Si concederà  solo piccoli concerti di provincia.

Poi una sera del dicembre del 1988 un incidente. La sua macchina scivola su una lastra di ghiaccio e la Martini ne esce miracolosamente illesa.

Da lì sceglierà di ritornare.

Nel 1992 torna sul palco dell’Ariston con un altro successo, “Gli uomini non cambiano”, duetterà con la sorella Loredana con la quale non aveva più rapporti, ma la musica non la vuole più, porte chiuse in faccia, nessuna opportunità, nessun successo.

Mia Martini ritorna in quel tunnel buio e silenzioso che aveva caratterizzato i suoi primi anni da artista.

12 maggio 1995 muore nella sua casa.

Le indagini diranno che si tratta di overdose di cocaina.

Usciva di scena, ma in realtà non ci era mai tornata del tutto, messa al bando dalla cattiveria di un ambiente, che le aveva attribuito il nome di “portasfiga“.

Per questo era stata praticamente messa al bando, le sue canzoni non venivano passate da radio e tv, lei non veniva invitata, i suoi concerti non venivano promossi e le date saltavano.

Oggi che sono passati più di vent’anni dalla sua morte non crediamo alle cattiverie della gente ma crediamo nel suo grandissimi talento e nelle emozioni che ci ha lasciato.

 

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