Il 16 febbraio ha avuto inizio un nuovo teen talent di musica. In gara 12 giovanissimi ragazzi dai 14 ai 17 anni e al timone Antonella Clerici con una schiera di illustri giudici tra cui Marco Masini, Iva Zanicchi e Mara Maionchi.
Ogni giovane talento si esibisce in una cover di un successo che ha visto la gloria sullo stesso palco di Sanremo. sanremo young critica
Al termine delle esibizioni, giudicate singolarmente dai giudici, verrà stilata una classifica e solo 2 dei concorrenti in gara verranno eliminati. sanremo young critica
La prima puntata ha riscosso davvero un grande successo battendo ogni concorrenza con casa Mediaset.
Il dubbio: effetto talent sui giovanissimi
Sappiamo bene che quello che leggerete da adesso in poi a molti non piacerà.
Dare spazio ai giovani è un obiettivo che l’Italia si pone davanti da quando i grandi della tv hanno dato inzio ai talent show, di cui zia De Filippi ne è un esempio.
Ma cara RAI perchè gettare nel calderone mediatico questi fanciulli?
Sono così giovani che sono ancora combattuti se giocare con le Barbie o scattarsi un selfie su Instagram, che cosa vuoi che ne sappiano del canto o dell’arte?
Davvero credete che tutti loro diventeranno artisti? Io da ragazzina, ad esempio, volevo fare l’astronauta eppure… non è successo. E se questa cosa dovesse succedere a queste giovani anime poi cosa direte? Non hanno saputo cavalcare l’onda o che il successo non fa per loro?
In gara si sono esibiti ragazzi che sembravano essere uomini vissuti ma che i brufoli in viso smascheravano la verà identità; ragazzine “mangia-palco” che vogliono tutto e lo vogliono subito, già vincitori di precedenti talent, con migliaia di baby followers alle spalle, già pienamente inseriti nel mondo dello spettacolo ma che del loro mondo non hanno visto ancora nulla.
sanremo young critica
Una delle concorrenti, ad esempio, non sapeva neanche chi fosse Antonella Clerici, la padrona di casa del programma, la donna che da 25 anni fa tv. Però lei era sul palco… perchè lei è una cantante, poi non che sappiamo nulla all’infuori di quelle note musicali non è importante.
Il punto è: perchè non lasciare a questi giovani la possibilità di crearsi un’identità artistica all’infuori della scena pubblica e prima di “cavalcare l’onda mediatica” conoscere il mondo vero, quello attorno a loro, quello che poi li giudicherà.
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