“Non parlare… ascolta…”Nils Frahm album Empty
Il silenzio fa strani effetti: può essere rilassante o può essere inquietante. Non ci siamo più abituati, visto che viviamo in una società dominata dal rumore e dall’inquinamento acustico. È particolarmente evidente in questo periodo, in cui lo stare in casa forzato ci ha silenziato, ma non del tutto: meno rumori forti, niente traffico o vociare per strada, ma quello che rimane è un il cosiddetto “silenzio industriale”: il ronzio di un elettrodomestico, la ventola di un computer, e così via.Nils Frahm album Empty
Il silenzio fa parte di una composizione musicale, si svuota per riempire. Riempire con il silenzio può essere assurdo, ma tutto si gioca nella percezione, nell’amalgama di tante emozioni. Silenzio e rumore possono diventare musica, ed entrambi presi a singolo possono essere musica: tutto quel che si deve fare è riuscire a chiudere gli occhi e conoscere la propria percezione, o assaporare il dilatarsi del tempo (musicale). Nils Frahm album Empty
Minimal is better
Nei giorni scorsi il compositore e pianista tedesco Nils Frahm ha pubblicato (a sorpresa) questo nuovo album: 8 mini composizioni al piano, iper minimaliste, dove gli spazi vuoti sono importanti quanto quelli suonati. Si tratta di registrazioni di 8 anni fa, e vanno a inserirsi in una delle discografie più interessanti e variegate di quel genere che, impropriamente, viene chiamato “indie classical”. Siamo mille miglia lontani da certo piano solo stucchevole che ha avuto successo anche mainstream, e siamo lontani anche mille miglia dalle composizioni più elaborate di Frahm (come lo stupendo “All melody” di un paio di anni fa). Siamo più nel territorio di Keith Jarrett, per fare un paragone comprensibile, anche se Frahm ha un approccio ancora più minimalista.
“Riempire”
“Empty” non è necessariamente un disco rilassante, anzi; è un album che esalta le contraddizioni del silenzio che siamo costretti a vivere: spazio da riempire con nuove cose, quindi anche un’opportunità, ma pure un senso di vuoto inquietante. Un’occasione per (ri)scoprire uno dei nomi più interessanti della musica contemporanea.