lunedì, Dicembre 23, 2024

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Manchester in Love: perché la paura e l’odio non vinceranno mai

Manchester In Love

Ieri sera, a Manchester, si è svolto un concerto dalla portata enorme.
Rivoluzionaria, oserei.
Non per la caratura artistica dei partecipanti.
Non per il fatto che fosse trasmesso in diretta mondiale, non perché lì, presenti all’Old Trafford, ci fossero più di 50.000 persone di tutte le età. A cantare, a ballare, a piangere.
Nonostante tutto. Nonostante il dolore, nonostante la paura.
Ieri sera, a Manchester, ha vinto la musica. Ha vinto l’amore.
Ha vinto la vita. One Love Manchester

One Love Manchester

One Love Manchester

L’attentato del 22 Maggio

I tristi antefatti li conosciamo.
Il 22 Maggio di quest’anno, nella stessa Manchester, la mostruosa bestialità del terrorismo ha colpito ancora l’umanità al cuore. Al termine di un concerto della popstar americana Ariana Grande, un attentatore suicida si è lasciato esplodere spezzando 22 innocenti vite.
Oltre il dolore per le vittime, a far male è stata la rinnovata consapevolezza che per questi demoni non esista alcun tipo di riserva, nemmeno nei confronti dei giovanissimi.
L’ISIS non ha perso tempo a rivendicare la strage.

Le vittime vengono apostrofate come “crociati”. Vite stroncate per un crimine che non hanno commesso, per un evento storico di cui una ragazzina di 12 anni probabilmente non ha nemmeno mai sentito parlare.
E, ancora una volta dopo la tragedia del Bataclan, a pagare dazio per la follia di questi mostri sono stati degli amanti della musica.
E per chi la musica la ama, come noi, questo fa male e rabbia.
Fa male e rabbia ancora di più, perché chiunque sia mai andato a un concerto sa come in esso si celebri l’amore, si celebri la vita, si celebri la gioia.
E fa paura. Paura perché chiunque di noi avrebbe potuto essere lì, essere uno di quei 22 martiri. One Love Manchester

Il concerto all’Old Trafford

Dinnanzi a questa paura, a questa rabbia e a questo dolore si sarebbe potuti rimanere fermi.
Si sarebbe potuti rimanere inermi, devastati, zitti, ammutoliti.
A piangere, a voler urlare senza riuscirci. A volersi chiudere in casa dal terrore.
Perché sì, ammettiamolo, in un primo momento non si riesce ad agire altrimenti. I pensieri dopo ogni attentato si intorbidisco, si ammantano di paura come di un cancro che divora la mente e il cuore. E che ti ingabbia, ti blocca, ti pone dinnanzi domande che mai vorresti porti, e risposte ancora più strazianti.

Ma poi reagisci.
E Manchester ha reagito nel migliore dei modi.
La stessa Ariana Grande ha spinto per organizzare l’evento che ieri è diventato realtà, un concerto benefico ribattezzato One Love Manchester. Un concerto, il cui ricavato (oltre 10 milioni di sterline) sarà devoluto al fondo di emergenza istituito dal Comune di Manchester e dalla Croce Rossa britannica a seguito dell’attentato. Ieri, proprio all’indomani di un’altra botta di paura.
Sempre in Inghilterra. Il 3 Giugno, a Londra, tre attacchi simultanei di un commando terroristico hanno fatto vacillare ancora il mondo.

Ma nemmeno questo è bastato a fermare la musica.

Ariana è, prima che un’artista, una ragazzina di 23 anni. Una ragazzina, come molte delle vittime dell’attentato di quel maledetto 22 Maggio.
E la sua forza, la sua incredibile reazione sono state travolgenti.
I colleghi illustri che hanno dato la propria disponibilità per metter su un concerto memorabile sono tanti. Tutti nomi immensi, rappresentati della musica pop in tutte le sue sfumature: dal Rock al Pop propriamente detto, al Rap.
Da Marcus Mumford dei Mumford & Sons ai Take That, e Robbie Williams. E poi Black Eyed Peas, Usher, Justin Bieber, Miley Cyrus, Pharrel Williams, Katy Perry, Coldplay.
A sorpresa è salito sul palco anche uno degli idoli della Manchester musicale: Liam Gallagher degli Oasis. One Love Manchester

One Love Manchester

Don’t Look Back in Anger

Gli Oasis sono la mia band preferita. Sono di Manchester, e la loro “Don’t Look Back in Anger” è diventata un po’ l’inno, l’urlo esasperato ma incantato di chi reagisce a questa paura e a quest’odio con l’amore e la musica.
Intonata dalle voci febbrili durante le commemorazioni all’indomani della strage; intonata da 50.000 voci incazzate al concerto dei Courteeners (anche loro mancuniani) qualche giorno fa.
Cantata ieri dai Coldplay con Ariana Grande, ed intonata all’unisono dalle voci sprizzanti vitalità di tutti i presenti.

Live Forever

Liam, incarnante lo spirito di quella Manchester che non si vuole piegare, ha cantato, accompagnato da Chris Martin dei Coldplay, una delle canzoni più toccanti degli Oasis: Live Forever. Nonostante in passato non fosse scorso buon sangue tra i due. Ma davanti ad un evento come questo, anche le rivalità e o i dissapori passano via e vengono cancellati.
Rivederlo oggi, su youtube, mi ha fatto vibrare l’anima.
I momenti più belli del concerto per chi scrive, insieme alla Angels di Robbie Williams. One Love Manchester

Io, Manchester e l’Amore

Ieri sera, a Manchester, io non c’ero.
Manchester è una sorta di città sacra per me, musicalmente parlando.
Gli Oasis, i Joy Division, gli Smiths, i Courteeners, gli Stone Roses. Tutte tra le mie band preferite in assoluto, tutte di Manchester. Sentire Manchester colpita durante un concerto mi ha fatto una strana impressione. Ho vacillato.

Poi gli attentati a Londra.

Ad esattamente due settimane dal mio viaggio a Londra, dove andrò a vedere proprio una di quelle band di quella Manchester che amo: gli Stone Roses.
Ho vacillato ancora, la paura mi ha bloccato, mi ha paralizzato.
Ho pensato di non voler andare, ho pensato di dargliela vinta.
Che l’odio, la paura, la rabbia sta volta avrebbero prevalso.

One Love Manchester
La famosa foto di due amanti immortalati in un bacio appassionato incuranti di dei disordini a Vancouver: uno scatto diventato emblema dell’amore che trionfa su tutto
Poi il concerto di ieri.

E ieri sera, a Manchester, io non c’ero. Non avevo nemmeno la TV accesa, nè il PC, nè la radio. Durante il concerto stavo facendo altro.
Stavo facendo l’amore.
Non ho seguito in diretta quei momenti, eppure stavo esattamente facendo quello che Manchester ci ha insegnato a fare dinnanzi a questo male che sta assillando la nostra epoca.
Celebrare la vita, la musica, la poesia, la bellezza. L’amore.

A Londra ci andrò, e rifarò l’amore.

E andrò ad altri concerti, tanti, anche in un’epoca in cui questo vuol dire rischiare la vita forse. Ma non smetterò mai di credere nella poesia e nella bellezza, a nessun costo.
Se mi spetterà morirò a un concerto, o guardando un tramonto, o facendo l’amore. Ma avrò vissuto.
Possono ucciderci, ma non possono impedirci di vivere.
E finchè lo faremo, con nel cuore la poesia e la gioia di vivere, non vinceranno.
Il terrorismo non vincerà.
La rabbia, il dolore, la paura e l’odio non vinceranno.
Mai.

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