Finalmente è iniziata la 73esima edizione del Festival di Sanremo. Già dalla prima puntata abbiamo visto di tutto: belle e brutte canzoni, stonature, emozioni e momenti di riflessione. pagelle sanremo 2023 pagelle sanremo 2023
Pagelle sanremo 2023:
ANNA OXA: voto 5 – Quota malanni giustificati
Risulta difficile dare un’insufficienza alla grande Anna ma l’esibizione mi ha lasciata disarmata. Sali (Canto dell’anima) vanta la penna di Francesco Bianconi e si sente, una raffinatezza che non ti arriva subito ma che dentro nasconde un messaggio di libertà, un inno alla vita da ascoltare nei momenti in cui sentiamo di non valorizzarla abbastanza. Le condizioni di salute della Oxa non hanno contribuito alla perfetta riuscita dei vocalizzi che danno struttura al bell’ arrangiamento ma sono sicura che si rifarà, soprattutto in classifica: un ultimo posto immeritato.
GIANMARIA voto 7 – quota belloccio che ti piglia
Il vincitore di Sanremo Giovani non delude e si presenta con la sua Mostro una canzone nelle sue corde poco diversa dai suoi brani precedenti. Tra i concorrenti proventi da Sanremo Giovani è sicuramente quello più avvantaggiato considerando anche il suo percorso a X Factor. Sanremo sarà il suo trampolino verso il grande pubblico.
MR RAIN voto 5 1\2 – quota ballad da dedicare a chi ami
Mr Rain ha finalmente realizzato il suo sogno sanremese e lo fa portando sul palco un insieme di ingredienti altrettanto sanremesi: la ballad che ti entra in testa, il piccolo coro (dell’Antoniano?), le frasi che puoi usare tra qualche giorno per San Valentino. Ha provato a proporre una melodia che ricorda molto la sua hit Fiori di Chernobyl ma il risultato è più sterile. Sicuramente avrà successo tra le madri che sognano il bravo ragazzo per le figlie e tra le figlie che sognano il principe azzurro.
MARCO MENGONI voto 150 – quota fuoriclasse
Torna dopo 10 anni dalla vittoria e la sua esibizione ci ha fatto ricordare il perché è successo. Ha tutte le carte in tavola per replicare il primo posto ma non vogliamo buttargliela perché sappiamo che non porta bene. Due vite non è un capolavoro ma Mengoni trasforma in oro tutto ciò che canta. Perfetto.
ARIETE voto 4 – quota giovane emozionata
Ariete cos’è successo ieri sera? eri emozionata? Non eri tu. Qualcosa nella voce non ha funzionato e la canzone è sembrata un po’ debole: dalla collaborazione con Calcutta ci aspettavamo di più. Aveva le carte in regola per essere la portabandiera della scuola indie di questa edizione ma rischia di trasformarsi nella portabandiera della scuola Tananai dell’ultimo posto.
ULTIMO voto 4 – quota ci aspettavamo di più da chi riempie gli stadi
Ha guardato troppe albe nella sua vita è ha deciso di raccontarcele tutte in maniera retorica. Una poesia melensa non all’altezza del più giovane artista che ha fatto un tour negli stadi. Forse stavolta alla fine del festival avrà meno amaro in bocca perché il secondo posto lo vedo lontano ma attenzione alla sua poderosa fanbase: sono agguerriti.
COMA COSE voto 8 – quota coppia pucciosa
Nella loro L’addio fanno un riferimento alla loro precedente hit sanremese Fiamme negli occhi: “il nostro fuoco lo hanno visto tutti”. Un fuoco che continuiamo a vedere anche questa volta perché la loro complicità riempie il cuore, e succede anche in questo caso nonostante il racconto di un loro forte momento di crisi. Stupendi. Trovate qualcuno che con cui guardarvi come si guardano i Coma Cose.
ELODIE voto 7 – quota dea mitologica pagelle sanremo 2023
Due non è la hit “ballereccia” a cui Elodie ci ha abituati: è qualcosa di più che va oltre il brano. Possiamo definirla una canzone in linea con la sua maturità personale e artistica che ci fa capire bene chi è oggi e dove vuole andare. L’abbiamo vista crescere partecipazione dopo partecipazione al festival e ora è tutto più chiaro. Una presenza scenica che conquista tutti anche indossando un abito preso in prestito da qualche messa in scena de Il cigno nero.
LEO GASSMAN voto 5 – quota devo capire chi sono
Il discorso fatto per Elodie non posso replicarlo per Leo. La canzone è carina e orecchiabile, sicuramente radiofonica. Si sente tanto l’impronta di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e il problema sta qui: ci sono i Pinguini ma non c’è Leo.
I CUGINI DI CAMPAGNA voto 7 – quota dell’usato garantito
La loro prima volta in gara al Festival, assurdo da pensare considerando la lunga carriera. Ammetto di avere avuto difficoltà nel sentirli cantare una canzone diversa da Anima mia ma alla fine è stata davvero un’esibizione piacevole com’è piacevole Lettera 22. Le strofe affidate al “biondo” funzionano e lui non esagera con gli acuti. Grazie. Il brano de La Rappresentante di Lista lo hanno fatto al 100% loro combinando il loro sound anni ’80 a un ritornello contemporaneo che ti entra in testa.
GIANLUCA GRIGNANI voto 7 – quota artista incompreso e incomprensibile
Caro Gianluca sei presente in tutte le mie squadre del Fantasanremo, in tanti crediamo in te e ti ammiriamo ma per favore rendi tutti partecipi del meraviglioso testo di Quando ti manca il fiato. Si merita tanto, si merita il riscatto di tutte le malelingue degli ultimi anni. Io credo in te. Waiting for Destinazione paradiso nella serata delle cover.
OLLY voto 6 – quota il nuovo Blanco che non distrugge
La scia è palesemente quella ma ci mette il suo. Per il grande pubblico non è facile entrare in empatia con gli artisti che calcano il palco dell’Ariston da emergenti ma ha tutto il potenziale per piacere dopo la fine del Festival. La sua “polvere” la sentiremo molto anche se non finirà in una buona posizione in classifica. Il prossimo Tananai? Chissà.
COLLA ZIO voto 6 – quota i bravi ragazzi scapigliati
La boyband 2.0. La formazione con tre voci funziona, sanno coinvolgere anche se la canzone non è la loro migliore. Non mi va è un brano dal groove contemporaneo, molto orecchiabile, i momenti dei cori ricordano un po’ i Neri per caso, speravo che partissero gli schiocchi di dita, gli uuuuuh uhhhh e i fischietti, ma niente.
MARA SATTEI voto 5 – quota voce hit che non propone una hit
Ti aspettavo da qualche anno sul palco dell’Ariston, speravo in una direzione d’orchestra fatta da tuo fratello Thasup: sarebbe stato epico, ma devo accontentarmi della sua produzione del brano Duemilaminuti, lo stesso tempo che forse impiegherò per farmi piacere questa canzone. Mi dispiace perché non lo trovo all’altezza dei brani contenuti nel suo primo disco Universo. Spero comunque che sia la sua occasione per arrivare al grande pubblico con qualcosa di diverso da La dolce vita.
BLANCO voto 1 – quota scarsa gestione della rabbia
Blanco non ha imparato niente dalla recente polemica sui Maneskin che hanno distrutto gli strumenti post concerto. Nel 2023 questa cosa non esiste più perché non siete né Rolling Stones, né gli Who. La ribellione, il dissenso si può manifestare in altri modi. Quel palco ti ha permesso di far esplodere la tua carriera quindi sarebbe stato carino un po’ di rispetto in più, soprattutto dopo il discorso fatto da Benigni sulla storia della nascita del festival legato ai fiori. “Ringrazia a dio sei su questo palco rispetta chi ti c’ha portato sopra” per citare Morgan e il Bugogate del primo Festival di Amadeus.
AMADEUS voto 8 – quota ormai come Pippo Baudo
Ha ormai le spalle larghe il conduttore dei conduttori degli ultimi anni. Ha rivolunzionato tutto ma il prezzo da pagare sono gli imprevisti, per fortuna ha imparato a gestire anche quelli. Tanto materiale per i meme social con la sua espressione davanti a Blanco: palesemente ha trattenuto lo scappellotto. Il pubblico avrebbe preferito più polso duro ma lui ha scelto la diplomazia.
GIANNI MORANDI voto 7 – quota fatti mandare dalla mamma a prendere la scopa
Il Gianni nazionale – nella sua carriera – ha davvero partecipato con tutti i ruoli possibili sul palco dell’Ariston, ieri anche da spazzino, e siamo solo alla prima serata. Tratta il suo essere secondo conduttore con rispetto di Amadeus ritagliandosi degli spazi importanti come il canto dell’Inno davanti al Presidente Mattarella.
CHIARA FERRAGNI voto 5 1/2 – quota ha fatto quello che poteva fare
Negli scorsi anni ha rifiutato gli inviti di Amadeus perché non si sentiva pronta e forse avrebbe potuto pensarlo anche quest’anno. Dire che non sa condurre e non ha talenti “televisivi” sarebbe come sparare sulla croce rossa perché lo sa sia lei che noi, forse per questo ha deciso di comunicare con gli abiti indossati. Si apprezzano sempre i messaggi femministi, non sono mai abbastanza, ma è mancato qualcosa nel suo monologo, qualcosa che facesse dire all’italiano medio “non sei stata banale”. La ringraziamo comunque perché ha finalmente fatto il profilo privato ad Amadeus.
ROBERTO BENIGNI voto 10 cum laude – quota mentore della serata
I monologhi di Benigni a Sanremo lasciano sempre qualcosa di memorabile, un momento di riflessione, di bellezza che solo lui può donare ai telespettatori. In circa 30 minuti ha detto un’immensità di concetti: Il legame tra Sanremo e gli italiani, la Costituzione italiana, la guerra, la libertà di pensiero, i sogni, il futuro, il nostro futuro. Tutto questo senza far mancare un tocco di comicità.
PRESIDENTE MATTARELLA voto 100 – quota istituzione del popolo
Evento che entrerà nella storia perché nessun Presidente della Repubblica italiana ha mai assistito a una serata del Festival di Sanremo. Grazie Presidente per essere uno di noi. Tutti però ci chiediamo se era ancora presente durante l’Appetite for destruction di Blanco. pagelle sanremo 2023 pagelle sanremo 2023