giovedì, Settembre 19, 2024

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David Gilmour sempre sul pezzo: l’ultimo album del chitarrista dei Pink Floyd

Se qualcuno pensava che David Gilmour, a quasi 80 anni, si fosse seduto sugli allori della sua leggenda, si sbagliava di grosso. Con “Luck and Strange”, il chitarrista dei Pink Floyd dimostra ancora una volta che il suo tocco, quello che ha scolpito il rock progressivo e oltre, non ha perso nulla in intensità e profondità. Questo album è una riflessione malinconica, quasi un diario musicale dell’età e della pandemia, eppure, come un buon vino, migliora con l’ascolto. La bellezza dei suoi assoli, il lirismo nelle trame vocali e la fusione tra nuove sonorità e vecchie suggestioni lo rendono uno dei lavori più intimi e avventurosi della sua carriera. Ecco la nostra recensione dell’album di David Gilmour.

Un album pandemico: riflessioni sull’età e la solitudine Recensione album David Gilmour

“Luck and Strange” non può sfuggire alla sua genesi: concepito in pieno lockdown, è permeato da un senso di introspezione e riflessione sul tempo che passa. Il tema della mortalità è centrale, come evidenziato in brani come A Single Spark, dove Gilmour si interroga su religione e fugacità della vita. Tuttavia, non c’è spazio per il pessimismo greve: anche nelle sue riflessioni più cupe, il tocco lirico e poetico di Gilmour, amplificato dai testi scritti dalla moglie Polly Samson, offre una luce di speranza. Il blues della title track, ispirata alla guerra in Ucraina, esprime una malinconia dolce e mai disperata. Recensione album David Gilmour

Vecchie glorie e nuove collaborazioni Recensione album David Gilmour

Anche se i fantasmi dei Pink Floyd aleggiano inevitabilmente in alcuni momenti dell’album (il solo in The Piper’s Callpotrebbe tranquillamente essere il gemello perduto di Comfortably Numb), Luck and Strange è soprattutto un’opera di evoluzione. Non si tratta di un tributo nostalgico alla sua eredità, ma di un dialogo con il passato, in cui nuovi arrangiamenti e collaborazioni arricchiscono la formula. La figlia Romany Gilmour presta la sua voce delicata in Between Two Points, una cover sorprendente di una traccia dream-pop dei Montgolfier Brothers, che aggiunge una dimensione onirica al disco.

Sperimentazioni sonore: il tocco di Alt-J Recensione album David Gilmour

Un’altra novità interessante è la produzione di Charlie Andrew, noto per il suo lavoro con Alt-J, che spinge Gilmour verso territori inesplorati. Brani come Dark and Velvet Nights presentano atmosfere quasi da swamp blues, con una chitarra che passa da eterea a terrena, come un mantra ipnotico. Il sound è più contemporaneo, eppure non perde mai il calore che ha sempre caratterizzato le migliori opere di Gilmour.

Conclusione: una vecchia anima con nuovi orizzonti

Se c’è una lezione da trarre da Luck and Strange, è che David Gilmour non ha mai avuto paura di invecchiare, musicalmente parlando. Con una voce ancora sorprendentemente calda e chitarra che sa ancora far vibrare l’anima, questo album è una riflessione sui tempi difficili che abbiamo attraversato, ma anche una celebrazione della musica come via di fuga e catarsi. Luck and Strange non è solo per i fan di lunga data, ma anche per chiunque voglia esplorare i nuovi orizzonti sonori di una leggenda vivente.

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