Eravamo presenti anche noi di Musicaccia, a Monza, fra i 60 mila, sotto un suggestivo tramonto rosso fuoco ad ascoltare la rinata band di Oxford durante i giorni dell’ iDays.Recensione concerto Radiohead Monza
Si, perché i Radiohead, accompagnati dal percussionista Clive Deamer (Portishead), salgono sul palco, e Philip Selway lascia la sua batteria, per suonare uno xilofono o vibrafono e partono le prime note di “Daydreaming”.
L’esecuzione del brano è spettacolare, un inizio meraviglioso per un concerto tra i migliori della band.
La serata continua con altri due pezzi tratti dall’ulti
mo album: “Desert island disk”, che porta avanti l’aura rarefatta, perfetta per le luci del tramonto, e “Ful stop”, con cui i Radiohead iniziano a scaldare il pubblico con uno dei pezzi più duri dell’album.
Il pubblico lancia il primo urlo quando Johnny Greenwood prende l’archetto per l’attacco di “Airbag”, seguita da “15 step”.
Seguono “Mixomatosis” e “National anthem”, il talento di Colin Greenwood, che si nasconde sempre alle spalle di Yorke, ma che, allo stesso tempo, è una delle colonne più importanti del sound dei Radiohead, viene fuori alla grande.
Durante la seconda canzone il fratello Johnny ripete un siparietto che faceva durante i concerti di “Kid A”: accende una radio su una stazione locale, in questo caso si sentiva la telecronaca di una partita, e la mixa al resto degli strumenti, spettacolo puro.
Il concerto continua, mescolando momenti veloci e più rilassati.
I Radiohead, che hanno abituato il proprio pubblico a un’esecuzione che rasenta la perfezione, sembrano più rilassati e ogni tanto mostrano qualche sbavatura, come in “Pyramid song”.
L’emozione dei grandi successi
Tra i momenti migliori ci sono “Reckoner” e “Idioteque”, con un finale più acido e tecno e l’enorme “Paranoid android”.
Thom Yorke allegro come mai e con il suo italiano stentato colloquia spesso con il pubblico tra una canzone e l’altra: come quando, prima della loro canzone più politica, “2+2=5”, esprime tutto il suo disprezzo per i leader politici (Trump e May).
Il primo bis è arricchito dai grandi classici del repertorio radioheadiano come “No surpises”, “Nude” e “Fake Plastic trees”, l’unico brano tratto da “The bends”.
Thom Yorke prima di tornare sul palco una seconda volta urla al pubblico divertito: “Voi siete pazzi”. Poi si fa più serio: è con un timido “proviamoci” e attacca l’intro di Creep e il pubblico va in delirio.
Il ritorno di Creep
Tutti sanno quanto sia raro questo momento. La canzone è tornata in scaletta lo scorso anno, dopo sette anni di assenza: negli ultimi 31 concerti l’hanno suonata solo 10 volte e a Firenze è mancata.
Gli schermi che fino a quel momento avevano arricchito la serata con riprese sovrapposte di tutta la band, diventano improvvisamente bianchi, si intravede solo l’ombra in dissolvenza della band: si chiude così un cerchio in cui i Radiohead dopo un lungo viaggio sono tornati alle loro origini.
Conclusione
Sembrerebbe un addio, ma la band decide di non lasciare il pubblico con la canzone che hanno odiato per così tanto tempo. E allora salutano tutti con “Karma police”.
Prima di lasciare il palco i cinque non dimenticano di ringraziare con inchini e applausi: per un’altra notte sono stati “felici di servire il proprio pubblico”.
A Monza, i Radiohead, ci hanno emozionato, suonando per tutti, piazzando quel poker d’assi: Paranoid Android, No Surprises, Karma Police e perfino Creep che hanno reso il concerto memorabile.
Tutto perfettamente audibile. Le uniche polemiche sono state per i posteggi lontani e per i gettoni del bar che seguono una ormai consolidata usanza internazionale.
Per il resto due ore strepitose e quella corsa a rivendere i biglietti nelle settimane precedenti alla data ci fa un po’ sorridere. Si sono persi uno tra i 1000 concerti imperdibili della vita e una versione dei Radiohead che difficilmente rivedremo.
A.C.
SCALETTA
“Daydreaming”
“Desert island disk”
“Full stop”
“Airbag”
“15 step”
“Myxomatosis”
“The national anthem”
“All I need”
“Pyramid song”
“Everything in its right place”
“Reckoner”
“Bloom”
“Weird fishes/Arpeggi”
“Idioteque”
“The numbers”
“Exit Music”
“Paranoid android”
Bis
“No surprises”
“Nude”
“2+2=5”
“Bodysnatchers”
“Fake plastic trees”
Secondo bis:
“Creep”
“Karma Police”