giovedì, Settembre 19, 2024

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Shiva e il peso del passato: Milano Angels

Con “Milano Angels”, Shiva si addentra in un territorio in bilico tra il paradiso e l’inferno, dove gli angeli di Milano provano a sovrastare i demoni della città e, forse, anche quelli interiori. Questo album non è solo un’ennesima raccolta di tracce rap: è il ritratto di un artista che cerca redenzione, pur restando saldamente ancorato a un mondo oscuro e borderline. Se cercate la classica recensione di Milano Angels di Shiva, siete nel posto giusto. Vi anticipiamo che siamo di fronte a un lavoro che abbraccia tanto il gangsta rap quanto squarci più melodici e riflessivi, in un mix non sempre riuscito, ma sicuramente intrigante.

Tra collaborazioni e ricerca di un sound internazionale

Shiva non si è certo risparmiato sulle collaborazioni, portando a bordo pesi massimi sia italiani che internazionali. NLE Choppa e Lil Tjay elevano il disco con una visione trap più internazionale, mentre nomi come Mondo Marcio, Geoliere Tedua aggiungono una nota di autenticità più radicata nel contesto italiano. Tracce come “Paradise” e “Sete” sono le vere perle del progetto, in cui emerge una consapevolezza che rende più tridimensionale il personaggio Shiva.

Ma non tutto brilla: alcune collaborazioni sembrano forzate, e l’album a tratti perde coesione, oscillando tra liriche grevi e tentativi di introspezione che non sempre trovano il giusto equilibrio.

Il lato oscuro della narrazione

In “Milano Shotta Freestyle”, Shiva sputa fuoco contro i suoi nemici, con un linguaggio crudo e diretto che riflette i suoi tormenti più profondi. Questo pezzo, insieme a tracce come “Polvere” e “Syrup”, mantiene quella dimensione di gangsta rap che sembra sempre più scollegata dal nostro contesto culturale, ma che Shiva riesce comunque a rendere credibile grazie alla sua autenticità.

Tuttavia, ci si chiede quanto di questo lato oscuro sia reale e quanto sia costruito attorno al personaggio. “Milano Angels” lascia spesso l’ascoltatore in bilico tra il fascino per l’estetica del “cattivo ragazzo” e la consapevolezza che, forse, Shiva potrebbe cercare una via di fuga da questa narrazione. E questa riflessione diventa inevitabile ascoltando “Lettera a Draco”, dove Shiva si rivela padre e figlio allo stesso tempo, combattuto tra protezione e autodistruzione.

Una conclusione sospesa Recensione Milano Angels Shiva

“Milano Angels” è un album che merita l’ascolto, anche solo per comprendere dove sta andando il rap italiano contemporaneo e dove Shiva si posiziona in questa evoluzione. È un lavoro che oscilla tra il desiderio di redenzione e la continua immersione in un mondo fatto di polvere, proiettili e rimpianti. La “recensione Milano Angels Shiva” non può che riflettere questa dualità: un album con alti e bassi, che offre spunti interessanti senza mai trovare completamente la propria direzione definitiva.

Insomma, speriamo che i demoni possano finalmente lasciare il posto a quegli angeli di cui tanto si parla, perché Shiva ha ancora tanto da raccontare e forse, un giorno, troverà la sua vera voce. Recensione Milano Angels Shiva

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