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Francesco Renga e il suo rapporto con la musica di oggi. L’esigenza di un cambiamento?

Renga si rinnova?Regan musica cambiare 

La generazione di oggi è influenzata da tutto: cultura, musica, tecnologia ed internet. Anche i più grandi sono entrati in questo “mood” e nel mondo della musica i GRANDI cominciano ad integrarsi. Colpa dei figli? Beh, Francesco Renga ne è una prova concreta: colpa loro se adesso deve “adeguarsi”. Costretto ad ascoltare il cantautorato pop-indie del momento ,Ultimo, Gazelle, Calcutta, Coez hanno influenzato Renga, forse ancora non pronto a totale cambiamento. “Non volevo che la mutazione in corso mi cogliesse impreparato”. Il risultato è “L’altra metà”, il nuovo album in uscita il 19 aprile. Prodotto da Michele Canova, contiene la sanremese “Aspetto che torni” e altre 11 canzone scritte con autori pop per lo più giovani. “Sentivo l’esigenza di condividere la mia musica usando il linguaggio dei miei figli. Ho fatto un disco che può piacere anche a loro”.Renga musica cambiare

Adattarsi è fondamentale

In questa maniera Francesco Renga, dopo aver appreso lo stile dei nuovi cantautori di questa generazione, ha composto alcuni pezzi.  “Non è stato facile cercare di cantare senza fronzoli, senza virtuosismi, anche se ci sono canzoni difficili, in cui copro tre ottave. Fino a pochi anni fa strofe con certe cadenze non le avrei mai scritte. Ho cercato di connettermi a questa musica senza scimmiottare nessuno, rimanendo me stesso. Confrontarmi con giovani come Gazzelle e Colapesce è stato fondamentale. Peccato non essere riuscito a farlo con Calcutta, era incasinato”. Fra gli autori, oltre ai citati, ci sono Ultimo, Danti, Fortunato Zampaglione, Paolo Antonacci, Leo Pari e altri.Renga musica cambiare

Renga musica cambiare

Inizio e fine. Sentire inadeguatezza

“L’altra metà” rappresenta per Renga uno spartiacque tra la prima e la seconda metà della sua carriera. Renga sente e compone grazie a questo senso di responsabilità che sente di avere, nei confronti della musica ha come percepito un dovere di “adattamento”. Superati i 50 anni d’età, dice d’essersi messo alle spalle la sensazione di inadeguatezza che ha sempre provato. “Sì, inadeguatezza. Ho fatto interi concerti a occhi chiusi. E ho provato ancora più pudore quando ho cominciato a scrivere le mie canzoni. Del resto chi fa arte è una persona inadeguata alla vita. La musica, la letteratura, il cinema sono modi per raccontarsi ed entrare in connessione con gli altri. L’artista ha una sola possibilità per stare al mondo e quella possibilità per me è la musica. Non c’è piano B”. Renga musica cambiare

Prove di coraggio

Rircordiamo tutti l’esibizione di Renga a Sanremo 2019, una prova non proprio facile. “È stata una prova di coraggio. Ho l’età che aveva mia madre quando se n’è andata. Molte mie canzoni raccontano questa assenza e hanno dentro una punta di rabbia perché il suo abbandono mi ha dilaniato. Non mi ero mai messo nei suoi panni. Scrivendo la canzone ho fatto pace con questa cosa”. Il rapporto con la madre ritorna anche nell’ultimo singolo composto con Ultimo “L’odore del caffè”, il cantante preferito della figlia. “In origine, il testo era dedicato a una ragazza. Era giusto per l’età di Ultimo, ma non per la mia. E allora ho aggiunto le mie parole che avevo scritto prima di ‘Aspetto che torni’. Anche qui si parla della figura di mia madre, ma in maniera diversa. Mi piace l’idea di avere pubblicato le due canzoni una dopo l’altra”.

Renga musica cambiare

Renga ha intenzione di proporre tutti i pezzi di “L’altra metà”, mescolandoli con i vecchi, nei due concerti che terrà in primavera, il 27 maggio all’Arena di Verona e il 13 giugno al Teatro Antico di Taormina. È una doppia anteprima del tour teatrale che partirà in autunno. “Ci sarà la mia band storica, non vedo l’ora. Vorrei usare poche sequenze, vorrei che fosse quasi tutto suonato”.Renga musica cambiare

 

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