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Il ritorno di Roger Waters. Un album che affronta temi spiazzanti come l’anti-trumpismo

L’ex frontman dei leggendari Pink Floyd, Roger Waters, torna nel panorama discografico con Is This the Life We Really Want?, nuovo album da solita dopo 25 anni dall’ultima pubblicazione.Ritorno Roger Waters nuovo album solista

Tra atteggiamento anti-trumpista e inno all’amore

A 25 anni di distanza dal precedente Amused to Death, Roger Waters torna con un nuovo album dalle formule e dai temi a lungo seguiti nei Pink Floyd e da solista, intitolato Is This the Life We Really Want?, in uscita venerdi 2 giugno.

Ritorno Roger Waters nuovo album solista

Da sempre Waters è considerato uno dei più grandi parolieri della storia della musica, con testi incentrati su argomenti di critica e denuncia sociale, politica e psicologia, e anche stavolta non si smentisce di certo.

In particolare il presidente degli Stati Uniti è bersaglio esplicito, coperto da pecette nere nel libretto del disco e descritto quale leader senza cervello e presidente sciocco.

A tal proposito Waters ha dichiarato:

«Quell’uomo è pazzo. E quando lo chiamo “nincompoop”, sciocco, lo faccio a ragion veduta: deriva dal latino non compos mentis, incapace di intendere e di volere. Gli si addice».

Ma del resto questa vena anti-trumpista del cantante non ci stupisce affatto.Ritorno Roger Waters nuovo album solista

Basta ricordarsi del suo concerto dello scorso anno al Desert Trip, il quale prevedeva un maiale gonfiabile con la scritta «Trump is a pig» e sugli schermi parodie con il ritratto del miliardario.

Un album, mille temi

Is This the Life We Really Want? non è solo Trump. I testi sono un bellissimo calderone di temi: poesia, psicologia, denuncia, amore e molto altro.

Waters stesso ha descritto l’album in questo modo:

«È un viaggio che parla della natura trascendentale dell’amore. Di come l’amore ci può aiutare a passare dalle nostre attuali difficoltà a un mondo in cui tutti possiamo vivere un po’ meglio».

Ma l’album è soprattutto denuncia. Una denuncia agli abusi dell’umanità: dalle violenze ai danni di donne, stranieri e giornalisti, fino al riscaldamento globale, invocando un disperato bisogno di compassione reciproca.

Il tutto si traduce in una vera e propria disperazione che troviamo in ogni singolo brano con sfumature diverse: dalla ferocia funkeggiante e dissidente, al rock più caustico che si tramuta in un’elegia funebre del nostro tempo.

Commuove la ballad Déjà Vu che apre il disco su un melodramma esistenzialista e politico, ossia l’indifferenza dei droni e la nostalgia d’amore. Ed è proprio questa la canzone da cui è nato tutto:

«Ogni volta che uno studente finisce sotto un carroarmato, ogni volta che un giornalista marcisce in prigione, ogni volta… è colpa del silenzio e dell’indifferenza di tutti».

O ancora The Last Refugee che, narrando lo spaesamento abissale e terrificante dei migranti in fuga, allude a immagini indelebili come quella del piccolo Alan Kurdi annegato al largo della Turchia nel 2015.Ritorno Roger Waters nuovo album solista

Nei brani troviamo un Waters inorridito dall’aspetto che ha preso il mondo oggi, e dichiara:

«Non mi sorprende che politicamente e socialmente il mondo faccia gli stessi errori del 1992. Mi spiace invece che siamo così lenti a imparare la lezione».

Un album in cui riecheggiano i toni del passato

Nelle 12 tracce dell’album c’è sicuramente più Waters che Pink Floyd, ma entrambi fanno sentire l’eco del proprio passato.

Quì c’è un pezzetto di Animals, lì una sonorità di Wish You Were Here. In un passaggio si rivivono i momenti sussurrati di The Final Cut, in un altro riemergono le fobie di The Wall.

Eppure tutto è coerente e sensato, con una base che vede sicuramente tutto il bagaglio di Waters.

Infatti è il pianoforte lo strumento guida e la chitarra è spesso acustica, senza quelle cavalcate elettriche e psichedeliche alla Gilmour.Ritorno Roger Waters nuovo album solista

Infine, per quanto i temi siano decisamente forti, più dell’ira, è l’empatia che scorre nelle vene dell’album.

Non c’è mai un attimo di rassegnazione e di arresa ma, anzi, i 73 anni dell’autore non si fanno sentire neanche un attimo.

Infatti, per tutti e 12 i brani, sembra di trovarsi di fronte a un giovane animato dall’istinto rivoluzionario, piuttosto che un uomo che ha da tempo passato l’età della giovinezza.

Ecco la tracklist dell’album

  1. When We Were Young – 1:38
    2. Déjà Vu – 4:27
    3. The Last Refugee – 4:12
    4. Picture That – 6:47
    5. Broken Bones – 4:57
    6. Is This the Life We Really Want? – 5:55
    7. Bird in a Gale – 5:31
    8. The Most Beautiful Girl In The World – 6:09
    9. Smell the Roses – 5:15
    10. Wait for Her – 4:56
    11. Oceans Apart – 1:07
    12. A Part of Me Died – 3:12

 

 

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