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Verdi, il grande drammaturgo: arriva al Teatro Massimo di Palermo il suo Rigoletto

Nella splendida Palermo fervono i preparativi per l’allestimento di Rigoletto di Giuseppe Verdi, tra le più celebri pagine dell’opera verdiana. La messinscena sarà guidata dalla regia di John Turturro e la direzione d’orchestra di Daniel Oren. È l’occasione per fare una full immersion nella drammaturgia di Verdi e nel suo capolavoro del 1852, che compare tra le dieci opere più rappresentate al mondo. Teatro Massimo Rigoletto

Al Teatro Massimo Rigoletto di Verdi: tutte le informazioni

Rigoletto verrà rappresentato al Teatro Massimo di Palermo. L’appuntamento per la prima è fissato per il 20 gennaio alle 20:30. Seguiranno repliche fino al 28 gennaio. La messinscena, per la regia di John Turturro, vedrà protagonisti il baritono mongolo Amartuvshin Enkhbat nel ruolo eponimo, il tenore peruviano Ivan Ayón Rivas nel ruolo del Duca di Mantova e il soprano Giuliana Gianfaldoni nel ruolo di Gilda. Nel secondo cast, invece, i tre ruoli protagonisti saranno rivestiti rispettivamente da Marco Caria, Ioan Hotea e Caterina Sala. L’orchestra del Teatro Massimo sarà diretta dall’israeliano Daniel Oren. L’allestimento è realizzato in coproduzione con il Teatro Regio di Torino, Shaanxi Opera House e Opéra Royal de Wallonie-Liège. Per ulteriori informazioni, ma anche per provare a procurarvi il vostro biglietto (anche se probabilmente sarà già tutto sold out), potete consultare questo link.

Il Teatro Massimo punta sui giovani: ecco la card Under35

L’ente palermitano ha scelto di agevolare i giovani e di invogliarli ad andare a teatro. È infatti possibile acquistare la Card Under35 per usufruire di sconti fino all’80% sul prezzo dei biglietti per gli spettacoli. Non solo: con la carta si ha accesso ad eventi esclusivi pensati per i giovani. La Card ha un prezzo di 10 euro ed è riservata ai giovani fino ai 35 anni residenti in Italia. Si può acquistare su Ticketone. Per maggiori informazioni, consultate questo link. Teatro Massimo Rigoletto

Rigoletto: la tramaTeatro Massimo Rigoletto

Rigoletto è un’opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave. La storia si basa sul dramma teatrale Le Roi s’amuse di Victor Hugo e ha debuttato per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia nel 1851. La trama di Rigoletto è un intrigo drammatico di amore, tradimento e vendetta ambientato nella corte di Mantova durante il Rinascimento italiano.

Atto 1:

La storia inizia con il duca di Mantova, noto per la sua condotta dissoluta, che seduce donne a suo piacimento. Il duca assolda Rigoletto, un buffone gobbo di corte dal linguaggio tagliente, per deridere le vittime dei suoi desideri. Rigoletto, però, nasconde una parte più umana: sua figlia Gilda, che vive nascosta per proteggerla dal mondo esterno. Il duca, sotto falso nome, riesce a corteggiare Gilda, incurante del fatto che il padre Rigoletto è coinvolto nella sua corte.

Atto 2:

Rigoletto è indignato quando scopre che la sua amata Gilda è stata sedotta dal duca. Nel frattempo, il cortigiano Sparafucile offre i suoi servigi a Rigoletto per uccidere il duca. Rigoletto accetta, pianificando la vendetta contro il seduttore della sua figlia. Gilda, ancora innamorata del duca, decide di sacrificarsi per salvarlo e si offre volontaria al piano di Sparafucile. Rigoletto, ignaro del vero legame tra Gilda e il duca, assiste impotente alla sua morte.

Atto 3:

Rigoletto paga Sparafucile per uccidere il duca, ma viene tradito. Quando Rigoletto apre il sacco che crede contenere il cadavere del duca, scopre invece Gilda, ancora viva ma morente. Gilda, morendo, confessa di aver sacrificato la sua vita per salvare il duca. Questo rivelarsi della verità scuote profondamente Rigoletto, il quale è costretto a confrontarsi con il destino avverso che ha causato. L’opera si conclude con la maledizione di Rigoletto, che implora la giustizia divina per la vendetta della morte di sua figlia.

Un’opera scandalosa

La trama di Rigoletto si rifà alla storia del re Francesco I di Francia, un dongiovanni spregiudicato. In primis fu cambiato il titolo dell’opera di Verdi, che dal controverso “Il re si diverte” divenne “Tribolet” e poi “Rigoletto”. Inoltre l’ambientazione si trasferì dalla corte di Francia a quella di Mantova e l’epoca storica fu spostata al XVI secolo, in modo che la corte di Mantova apparisse come una corte di poco conto. Scandaloso fu anche il tema della maledizione: nella prima scena Monterone, lo ricordiamo, lancia una maledizione al Duca di Mantova e a Rigoletto. La maledizione ha anche un suo leitmotiv: un tema puntato in do minore, che costituisce un bordone inquietante nel corso dell’intera opera.

Giuseppe Verdi: grande drammaturgo

Giuseppe Verdi è stato uno dei maggiori operisti nell’intera storia della musica mondiale, al quale è riconosciuto oggi il merito di aver realizzato una drammaturgia arguta, essendosi egli servito delle forme codificate da Rossini, ma piegandole alle proprie esigenze drammaturgiche. Si tratta di una scoperta piuttosto recente, poiché per decenni la musicologia tedesca ha esaltato Richard Wagner e squalificato il genio verdiano attribuendo il suo impiego di cori e danze a una prossimità con la musica di consumo. Ma in tempi recenti Verdi è stato rivalutato, sulla base di alcune riflessioni che riguardano, appunto, il suo uso di cori e danze per fini drammaturgici.

Il simbolismo di Rigoletto Teatro Massimo Rigoletto

Rigoletto trabocca di allegorie, spesso rappresentate attraverso i mezzi musicali:

  1. Rigoletto rappresenta l’aristocrazia, in quanto sbeffeggia tutti e da tutti è odiato;
  2. Rigoletto non canta quasi mai, ma declama, perché è un personaggio disumano, segnato dal destino;
  3. nella scena Terzetto e Tempesta Verdi restituisce l’immagine sonora della tempesta attraverso un uso sapiente dell’organico: il flauto rappresenta il lampo, il rullo di grancassa il tuono, il coro a bocca chiusa il vento, il che costituisce anche un’antropomorfizzazione della natura; così Verdi porta all’interno dell’opera la realtà sonora della natura, che a sua volta è metafora del sentimento dei personaggi;
  4. nella cavatina di Gilda “Caro nome”, la fanciulla duetta con un flauto, strumento che simboleggia la purezza, ma anche la pazzia: questo perché Gilda è un personaggio naive, che vive tra le nuvole ed è dunque pura, ma anche fuori dal mondo; per lo stesso motivo, le sue arie prevedono il registro acuto e il virtuosismo;
  5. a Gilda viene affidata la luminosa tonalità di Mi maggiore, in netto contrasto con il cupo Do minore degli antagonisti; ma dopo il rapimento scopriamo una Gilda diversa, in Mi minore, perché Gilda è un personaggio a tutto tondo, che da ragazzina fuori dal mondo si evolve a donna passionale e matura, che si sacrifica per l’amore del duca.

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