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“The Fat of the Land” è un album per i deviati mentali. Cyberpunk, granchi e violenza

Prodigy e il successo di “The Fat of the Land”TheProdigy album recensione 

Pionieri della sottocultura rave, i Prodigy di Liam Howlett (tastiere, programmazioni), Keith Flint (voce) – scomparso nel marzo 2019 – e Maxim (voce) hanno offerto il meglio di sé nel periodo del secondo album MUSIC FOR THE GILTED GENERATION (1994) e di questo terzo capitolo, un blockbuster venduto in dieci milioni di copie salito fino in cima alle classifiche UK e USA.TheProdigy album recensione 

The Fat of the Land è l’album più famoso e quello di maggior successo di vendite. I singoli estratti che hanno contribuito a promuoverlo sono, tra gli altri: BreatheSmack My Bitch UpFirestarter. È l’album che più di ogni altro avvicina la band al big beat, genere nato negli anni novanta grazie ai lavori di artisti come The Chemical Brothers, Fatboy Slim e i Prodigy stessi.

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Record imbarazzante

Ad una sola settimana dalla sua uscita “The Fat Of The Land” rovinò il party a tutti quanti vendendo oltre 3 milioni di copie in tutto il mondo, schizzando al primo posto su Billboard, e spazzando via dalle proprie posizioni in classifica Oasis e Radiohead e in un’intervista del tempo è proprio Howlett ad avere contezza della cosa:

Abbiamo venduto molto di più dei Radiohead. È oltraggioso! Ora siamo la più grande band dopo gli Oasis. Abbiamo spremuto l’industria musicale senza seguirne nemmeno una regola. Ce l’abbiamo fatta.

Eppure è proprio Flint a portare quella ventata di anarchia musicale che, a suon di sberle punkish, ha fatto saltare la staccionata alla band, quasi a non voler dimenticare le proprie origini pur senza dimenticare l’individualismo:

Quand’ero piccolo ascoltavo i Jam e saltavo in giro per la stanza tanto ero eccitato. Il movimento Punk mi ha influenzato. Quel tipo di individualismo mi calzava a pennello. Ho un sacco di “body art” ma non penso affatto sia una questione di ribellione. Ho un sacco di piercing perché mentre viaggiano nel 1988 qualcuno mi disse che erano sexy. I miei tatuaggi mi ricordano i miei zii – skinhead – e loro rappresentano la ‘working class’.

Il video di Smack My Bitch Up fu sottoposto a censura a causa dei suoi contenuti forti. La canzone fu criticata poiché si pensò istigasse alla violenza verso le donne.[8] Liam Howlett rispose dicendo:

«Chi pensa che sia una canzone sul bello del picchiare le ragazze è senza cervello»

Nel 2000 Leeroy Thornhill smette i panni di ballerino per dedicarsi completamente ad un suo progetto solista in qualità di DJ.

Tracklist “The fat of the land”

01. Smack My Bitch Up (05:42)
02. Breathe (05:34)
03. Diesel Power (04:17)
04. Funky Shit (05:16)
05. Serial Thrilla (05:11)
06. Mindfields (05:39)
07. Narayan (09:05)
08. Firestarter (04:39)
09. Climbatize (06:38)
10. Fuel My Fire (04:18) 

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Chi sono i The Prodigy?

The Prodigy è un gruppo musicale britannico, formatosi a Braintree nel 1990.

Riconosciuti anche come il gruppo che ha contribuito a diffondere la cultura rave a livello mediatico, sono stati, con i Chemical Brothers, Fatboy Slim, The Crystal Method e altri, tra i maggiori esponenti del big beat degli anni novanta. A partire dalla seconda metà degli anni novanta i singoli e gli album del gruppo hanno iniziato ad avere un’influenza sempre più significativa sulla musica elettronica.

Primi anni[

Il gruppo venne fondato dal DJ e musicista Liam Howlett nel 1990 a Braintree, Essex, dopo che lui, Keith Flint e Leeroy Thornhill si conobbero a un rave party. Poche ore prima del loro debutto entrerà a far parte del gruppo l’MC Maxim, contattato all’ultimo momento dal manager del gruppo che all’epoca era un loro amico. Nacque l’idea di formare un gruppo di dj-musicisti-ballerini per suonare musica da destinare a questo tipo di feste. All’inizio era presente anche una terza ballerina on stage, Sharky,che abbandonò presto il gruppo perché non voleva trasformare la sua passione in lavoro. Il loro nome deriva da un sintetizzatore Moog che Howlett utilizzava per comporre.

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Stile musicale

Gruppo appartenente alla scena techno hardcore degli anni novanta, i Prodigy hanno prediletto uno stile accessibile e sgraziato che, ispirandosi al punk, fa un largo uso di breakbeat e campionamenti anche ripresi da serie animate e brani raggamuffin. La loro fusione di elementi techno e rock, quest’ultimo uno stile da cui riprendono l’estetica, ha spinto molti a inserirli nel novero dei gruppi big beat mentre altri, fra cui AllMusic, li classificano fra gli artisti della techno, dell’electronica e di varie espressioni di musica dance ed elettronica.

 

 

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