La musica al servizio di Donald Trump. Funziona così ormai da tempo. Ma non tutti gli artisti sono d’accordo. village people canzoni trump
Bruce Springsteen, Neil Young, e altri, in passato, non hanno voluto che le proprie canzoni fossero associate al presidente in carica degli Stati Uniti.
Stavolta, è il caso di Victor Willis, il “poliziotto” titolare unico della sigla dei Village People.
Prima… village people canzoni trump
Non si tratta di una vera e propria polemica ideologica. D’altronde Willis non ha mai avuto alcun problema nel vedere (e sentire) Trump rifarsi ai brani del suo gruppo durante le proprie apparizioni pubbliche.
“Finché non vengano usati per un endorsement specifico, è perfettamente legale“, aveva dichiarato l’artista con un post sulla sua pagina Facebook.
“Come milioni di fan dei Village People in tutto il mondo, il presidente e i suoi sostenitori hanno mostrato vero apprezzamento per la nostra musica, che è inclusiva.
Non c’è dubbio: chiunque ha il diritto di ballare sulle note di YMCA, indipendentemente dalla propria appartenenza politica“.
…Dopo
Willis, però, ha invertito rotta dopo l’ipotesi del Presidente di far intervenire l’esercito per contrastare i disordini scoppiati dopo l’assassinio di George Floyd. Un annuncio poi smentito degli stessi vertici dell’apparato militare statunitense.
“Se Trump ordina all’esercito americano di sparare sui suoi cittadini su suolo americano – ha ribadito il cantante – gli americani si ribelleranno in massa fuori dalla Casa Bianca.
Il presidente potrebbe essere costretto a lasciare il suo incarico ancora prima delle elezioni. Non lo faccia, signor Presidente! E le chiedo di non usare più la mia musica ai suoi comizi, specialmente YMCA e Macho Man. Mi scusi, ma non posso fare altrimenti“.
Siete d’accordo con il leader dei Village People? Diteci la vostra con un commento, e continuate a seguirci su Musicaccia!
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