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Buon compleanno Vincenzo Bellini: 7 curiosità sul Cigno di Catania

Strade, piazze, parchi, teatri… ma anche bar, ristoranti e hotel: tutto a Catania porta in alto il nome di Vincenzo Bellini. Celebrato in tutto il mondo per lo splendore delle sue melodie, Bellini, nato e cresciuto a Catania, è motivo di grande orgoglio per gli etnei. Esponente di spicco del belcanto italiano, Bellini è stato tra i protagonisti della storia del teatro musicale nel periodo incastonato tra Rossini e Verdi, i due grandi pilastri dell’opera italiana, per poi esercitare un’influenza duratura sul Romanticismo e sulla lirica. Oggi, 3 novembre 2023, sono esattamente 222 anni dal giorno della sua nascita. È l’occasione per rivedere alcune curiosità sull’operista che ha donato al mondo romanze come Casta diva, il celeberrimo cavallo di battaglia dell’unica e inimitabile Maria Callas. Vincenzo Bellini Norma

Un piccolo genio

Quando si parla di genio musicale, si pensa subito a Wolfgang Amadeus Mozart, enfant prodige per antonomasia che a soli sei anni compose il suo primo Minuetto. Ma Mozart non è l’unico musicista ad aver dimostrato il proprio genio già durante l’infanzia: anche Bellini, infatti, fu un bambino prodigio. Nipote di un compositore abruzzese, il piccolo Vincenzo imparò a suonare il cembalo a tre anni e le fonti riportano che a sei anni fosse già in grado di comporre musica sacra.

La rivalità con Donizetti Vincenzo Bellini Norma

Il bergamasco Gaetano Donizetti, anch’egli protagonista della stagione del belcanto italiano, nell’Ottocento riscosse un grande successo con le sue opere, particolarmente al Teatro San Carlo di Napoli. Nel frattempo, il Teatro alla Scala di Milano cominciava la sua scalata verso il massimo del prestigio e divenne presto ambìto dagli operisti. Nel 1827 fece scalpore il successo ottenuto alla Scala da Bellini con Il Pirata. Così cominciò una rivalità tra Bellini e Donizetti, culminata nel 1830 con il confronto diretto. Quell’anno, a Milano, debuttavano due capolavori: Anna Bolena di Donizetti e I Capuleti e i Montecchi di Bellini. Lo scontro tra il catanese e il bergamasco infuocò la città lombarda, istigato dai giornali e dai cantanti stessi. Ma pare che i due musicisti reagissero in modo diverso alla diatriba: Donizetti non se ne curava troppo, mentre Bellini sembrava più paranoico al riguardo. In ogni caso, la faida si interruppe con la scomparsa prematura di Bellini, seguita dal Requiem che con commossa ammirazione gli fu dedicato dal collega bergamasco.

Un museo multimediale Vincenzo Bellini Norma

Vincenzo Bellini nacque in un appartamento di Palazzo Gravina Cruyllas, nel centro storico di Catania. Oggi in questo palazzo ha sede uno splendido museo, che di recente ha subito un restyling per renderlo più accattivante e ‘instagrammabile’: molto grazioso il design delle sale, una riproduzione dei teatri all’italiana dai quali osservare i video documentari proiettati. Oggi il Museo Vincenzo Bellini attira un pubblico giovane grazie all’esperienza interattiva e coinvolgente offerta. Nel museo si trovano anche oggetti personali di Bellini, tra cui manoscritti e spartiti, ma anche reliquie e memorabilia che documentano la vita del Cigno catanese. È anche possibile consultare i manoscritti belliniani attraverso degli schermi dotati di cuffie, per accompagnare l’ascolto alla visione della partitura. Se passate dal centro storico di Catania, andate a dare un’occhiata al Museo Vincenzo Bellini! Vincenzo Bellini vi aspetta. Il museo è aperto ogni giorno. Costa pure poco.

Il mistero della sua morte e le voci sul suo assassinio

Quando, il 23 settembre 1835, Bellini si spense, scoppiò un vero e proprio caso. Al momento della sua morte, il Cigno si trovava a Puteaux, in Francia, ospite dei coniugi Levys. Nella Francia di quegli anni, Bellini era una figura di spicco, ma anche un po’ scomoda. Soltanto 8 mesi prima della sua morte andava in scena I Puritani, opera su libretto del poeta liberale Carlo Pepoli. Bellini e Pepoli, ne I Puritani, danno vita a uno dei duetti più celebri della storia dell’opera: Suoni la tromba, e intrepido, quasi un inno risorgimentale pensato per infiammare il pubblico liberale di Parigi, che ovviamente era nutrito di fuoriusciti italiani. Insomma, Bellini navigava in acque un po’ controverse e, come se non bastasse, aveva anche aderito alla Carboneria. Quando il compositore esalò l’ultimo respiro, si pensò quindi all’avvelenamento. Diversi furono i sospetti: dai Levys alla contessa Samolyoff, amante di Bellini ma anche di Giovanni Pacini, altro celebre operista catanese. Infine il re di Francia Luigi Filippo ordinò l’autopsia, confutando qualsiasi cospirazione. 

Il vero volto di Bellini

I ricercatori dell’Università di Catania hanno intrapreso un’indagine approfondita per svelare l’aspetto fisico di Bellini. Utilizzando moderne tecniche di riconoscimento facciale e analisi delle sue opere d’arte, gli esperti hanno cercato di delineare un’immagine più precisa di Bellini. Si tratta di una tappa importante nell’ambito della ricerca storica su Bellini, che permette di fare luce sulla storia personale del compositore.

Un plagio belliniano

Un’aria dall’opera Gabriella di Vergy di Saverio Mercadante, che studiò insieme a Bellini al Conservatorio di Napoli, contiene una battuta identica a una di Casta Diva. La première dell’opera di Mercadante fu nel 1828. Poi, nel 1831, venne la Norma di Bellini e infine, dopo la prima di Norma, Mercadante pubblicò la revisione della sua opera, ossia la versione oggi reperibile. Questa seconda versione rende il tutto un enigma: chi ha copiato chi? È stato Mercadante a copiare Bellini o viceversa? Ne ha parlato il celebre pianista franco-cipriota Cyprien Katsaris, virtuoso della tastiera e amante dell’opera italiana, in particolare proprio di Bellini. La sua opera preferita di Bellini è La Sonnambula, sui cui temi Franz Liszt ha realizzato una difficilissima Fantasia, cavallo di battaglia nel repertorio di Katsaris.

Bellini nelle arti e nella cultura popolare

Come già detto, il nome di Bellini si trova un po’ ovunque, soprattutto nella sua città natale. Basti pensare al Giardino Bellini, il Central Park di Catania, ma anche al Conservatorio della città o al Teatro Massimo, che conserva nel suo meraviglioso foyer una statua in bronzo del compositore. Che dire poi dell’imponente statua che troneggia su piazza Stesicoro o del monumento funebre dentro la Cattedrale di Sant’Agata? Anche nell’arte culinaria Bellini è stato omaggiato: la deliziosa pasta alla norma, tra i piatti più apprezzati della cucina catanese, prende il nome dall’omonimo capolavoro belliniano. Ricorderete poi l’effigie presente sulla banconota delle 5000 lire. Invece il cocktail Bellini non prende il nome dal compositore, bensì dal pittore rinascimentale Giovanni Bellini. Vincenzo Bellini Norma

 

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