L’innovazione tecnologica e la musica sono spesso andati di pari passo, servendosi una dell’altra.
Dai cd agli mp3: la musica si evolve
Negli anni Novanta, l’arrivo del cosiddetto compact disc segnò una vera e propria rivoluzione. Addio non solo ai 33 e ai 45 giri, ma anche alle penne Bic che riavvolgevano i nastri delle audiocassette le quali riempivano i walkman di chiunque.
Ma i cd, a loro volta, ebbero vita breve e furono soppiantati dalla diffusione della connessione Internet, all’inizio degli anni duemila. Nacque così il formato mp3, scaricabile attraverso programmi appositi come il buon vecchio eMule.
Pensavamo che la tecnologia fosse arrivata ai massimi livelli, e invece no! Ecco spuntare YouTube prima e Spotify dopo, che ci permettono di ascoltare un’intera discografia direttamente in streaming, grazie ad un semplice smartphone o un tablet.
Il vinile è tornato!
Ma a partire da cinque anni a questa parte, nel mercato musicale, è capitato un bizzarro fenomeno. In mezzo a migliaia di album, che vivono periodi di magra, tra gli scaffali sono ricomparsi i vinili. Ma non parliamo solo di ristampe di grandi classici come l’uscita, all’inizio del 2017, di un 45 giri che riassume i capolavori degli Smiths.
La febbre per questo oggetto così retrò non ha colpito solo gli appassionati del genere. Le fiere del vinile si riempiono di venditori e acquirenti, sempre alla ricerca del pezzo raro. Dal canto loro, gli artisti hanno preso la palla al balzo. Ed ecco che nel 2016, sono usciti in questo formato, gli ultimi lavori di star internazionali come i Rolling Stones, Leonard Cohen e One Republic.
I motivi della diffusione in Italia e in Europa
E in Italia? Il fenomeno non è ancora chiaramente ai livelli della Gran Bretagna, ad esempio. Nei paesi anglosassoni infatti, nell’ultimo anno, il volume d’affari di questi supporti ha superato quello della musica digitale, con 2,5 milioni di sterline contro 2,1 milioni.
In Italia, pur continuando a considerare il vinile come una nicchia di mercato, i maggiori musicisti hanno ben pensato di cavalcare l’onda e pubblicare i loro successi anche in questo formato. Da Nek a Ligabue, Tiziano Ferro e Fiorella Mannoia.
Ma da dove viene questa scelta? I musicisti, si sa, non puntano più i loro guadagni dalla vendita dei supporti fisici, ma permettono che essa circoli liberamente sul web, cercando di arginare così la riproduzione di copie illegali e beneficiando dell’indotto generato dai “clic”.
Questo oggetto così vintage, quindi, da una parte restituisce al fan il piacere fisico di poter toccare il disco, visionare la copertina cartonata, fregiandosi poi dell’onore di avere in casa un vero e proprio oggetto di collezione.
Dall’altra, il vinile può offrire all’industria musicale un ulteriore chance di risalita. Non bisogna dimenticare infatti che il vinile non è riproducibile, cercando così di mantenere inalterato l’alto valore del pezzo sul mercato.
E poi, cosa ci può essere di più bello che regalare un vinile a qualcuno? Che sia un presente per un adulto nostalgico della sua adolescenza o un giovane che si appresta a capire che forse la vera rivoluzione è la restaurazione, poco importa.